COPPIA DI OINOCHOAI PUGLIA, 325-300 a.C. Coppia di oinochoai con orlo trilobato, alto collo, corpo ovoidale, piede a tromba con appoggio rovescio, alta ansa verticale sormontante con costolatura centrale. La decorazione, particolarmente ricca, è a figure rosse con ampio uso di sovraddipinture a vernice bianca e gialla. Le scene principali sono poste entro ampie fasce che occupano quasi tutto il corpo. In un’oinochoe compare una figura femminile alata (una Nike?) volta verso un Eros nudo seduto: il dio tiene in mano una cista e una oinochoe, mentre la figura femminile una grande cista e un cestello. Anche sull’altro vaso compare una coppia di figure, una donna con i capelli raccolti che tiene un frutto in una mano e un cestello nell’altra volta verso un Eros nudo seduto con in mano un fiore e un grande cassa. Sulla cista della donna si vedono figure umane sovraddipinte. La decorazione secondaria è analoga per entrambi i vasi, che quindi in antico erano già concepiti come coppia e che sono evidentemente riferibili alla stessa officina. È composta da un motivo ad onda e tre fiori sull’orlo, una fascia con testa femminile fra palmette sul collo, linee verticali sul collo, teoria di fiori e fila di linguette sulla spalla. H. 38,6 cm Provenienza Collezione Taccini (Città della Pieve) Pandolfini, 18.12.1998, lotto 208 Collezione privata I due vasi sono stati dichiarati d’interesse archeologico particolarmente importante (D.M. 2 settembre 2002)
COPPIA DI OINOCHOAI PUGLIA, 325-300 a.C. Coppia di oinochoai con orlo trilobato, alto collo, corpo ovoidale, piede a tromba con appoggio rovescio, alta ansa verticale sormontante con costolatura centrale. La decorazione, particolarmente ricca, è a figure rosse con ampio uso di sovraddipinture a vernice bianca e gialla. Le scene principali sono poste entro ampie fasce che occupano quasi tutto il corpo. In un’oinochoe compare una figura femminile alata (una Nike?) volta verso un Eros nudo seduto: il dio tiene in mano una cista e una oinochoe, mentre la figura femminile una grande cista e un cestello. Anche sull’altro vaso compare una coppia di figure, una donna con i capelli raccolti che tiene un frutto in una mano e un cestello nell’altra volta verso un Eros nudo seduto con in mano un fiore e un grande cassa. Sulla cista della donna si vedono figure umane sovraddipinte. La decorazione secondaria è analoga per entrambi i vasi, che quindi in antico erano già concepiti come coppia e che sono evidentemente riferibili alla stessa officina. È composta da un motivo ad onda e tre fiori sull’orlo, una fascia con testa femminile fra palmette sul collo, linee verticali sul collo, teoria di fiori e fila di linguette sulla spalla. H. 38,6 cm Provenienza Collezione Taccini (Città della Pieve) Pandolfini, 18.12.1998, lotto 208 Collezione privata I due vasi sono stati dichiarati d’interesse archeologico particolarmente importante (D.M. 2 settembre 2002)
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