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Auction archive: Lot number 42

λ Giovanni Battista Vanni (Firenze 1600

Estimate
€20,000 - €30,000
ca. US$22,115 - US$33,172
Price realised:
n. a.
Auction archive: Lot number 42

λ Giovanni Battista Vanni (Firenze 1600

Estimate
€20,000 - €30,000
ca. US$22,115 - US$33,172
Price realised:
n. a.
Beschreibung:

λ Giovanni Battista Vanni (Firenze 1600 - Pistoia 1660) AGAR, ISMAELE E L'ANGELO NEL DESERTO olio su tela, cm 175x235,5 reca sul retro etichetta e targhetta in metallo con la scritta "Proprietà Guicciardini Corsi Salviati in consegna alla parrocchia di S. Martino a Sesto" Provenienza Già collezione Corsi Collezione privata Bibliografia F. Baldinucci, Notizie de' professori del disegno da Cimabue in qua, Firenze, 1681-1728, ed. a cura di F. Ranalli, Firenze 1845-1847, IV, 1846, pp. 534-548S. Bellesi, Catalogo dei pittori fiorentini del Seicento e Settecento. Biografie e opere, Firenze, 2009, I, p. 265 (Agar, Ismaele e l’angelo, Firenze, collezione privata, non riprodotto) D. Pegazzano, I "Cardinali guerreggianti": dipinti inediti di Giovan Battista Vanni per monsignor Lorenzo Corsi, in "Prospettiva", 153/154.2014 (2015), pp. 74-94, p. 84, fig. 14, p. 86, fig. 16 La grande tela qui offerta mette in scena la storia di Agar e Ismaele raccontata nel libro della Genesi.Sara, la moglie di Abramo, non potendo avere figli, offre al marito la sua schiava Agar, dalla cui unione nascerà Ismaele. La giovane donna e il figlio verranno poi ripudiati e allontanati da Abramo dopo la nascita miracolosa di Isacco, figlio di Sara. Agar «se ne andò e si smarrì per il deserto di Bersabea. Tutta l'acqua dell'otre era venuta a mancare. Allora essa depose il fanciullo sotto un cespuglio e andò a sedersi di fronte, alla distanza di un tiro d'arco, perché diceva: “Non voglio veder morire il fanciullo!”. Quando gli si fu seduta di fronte, egli alzò la voce e pianse. Ma (…) un angelo di Dio chiamò Agar dal cielo e le disse: «Che hai, Agar? Non temere, perché Dio ha udito la voce del fanciullo là dove si trova. Alzati, prendi il fanciullo e tienilo per mano, perché io ne farò una grande nazione». Dio le aprì gli occhi ed essa vide un pozzo d'acqua. Allora andò a riempire l'otre e fece bere il fanciullo. E Dio fu con il fanciullo» (21,8-21)Il momento rappresentato è proprio quello appena narrato nel passo della Genesi in cui Agar e Ismaele, soli nel deserto, senza più acqua (la borraccia in primo piano infatti è vuota) sono prossimi alla morte. Madre e figlio però verranno soccorsi da un angelo bellissimo che indica una sorgente d’acqua che scaturisce dalla roccia.Il dipinto, pubblicato in D. Pegazzano cit. p. 84 fig. 14, è stilisticamente accostabile alle opere di Giovan Battista Vanni, pittore fiorentino di cui Filippo Baldinucci ci tramanda un ritratto puntale e lusinghiero. Vanni fu una personalità di spicco nella Firenze seicentesca, molto gradita ai suoi committenti non solo per il suo bell’aspetto ma anche per gli innumerevoli interessi che coltivò, dalla musica al teatro.Figlio dell’orafo Orazio Vanni, Giovan Battista fu avviato sin da giovane allo studio della pittura presso la bottega di Empoli e in seguito sotto la guida di Cristofano Allori e Giovanni Bilivert Al 1617 risale l’immatricolazione all’Accademia del Disegno e già negli anni Venti partecipa a diversi importanti cantieri tra cui quello per la villa Medicea di Poggio Imperiale e per il Casino di San Marco. Baldinucci riporta con precisione anche la variegata committenza dell’autore tra cui vengono ricordati i Del Turco, i Tornaquinci, gli Acciaiuoli e soprattutto i Corsi. Per monsignor Lorenzo Corsi Vanni realizzò moltissimi quadri, tra cui il nostro, e fu ospite in più occasioni presso la sua abitazione romana, cosa che gli permise di studiare le opere degli artisti in voga nell’urbe. A Roma è documentato dal 1624 e, ad eccezione di alcuni ritorni in Toscana e un viaggio a Parma nel 1629, vi rimase fino al 1632.Al terzo soggiorno romano, intorno agli anni trenta del Seicento, possiamo far risalire la nostra Agar, da collocare con sicurezza dopo il ritorno da Parma nel 1629 per le evidenti influenze dell’opera di Correggio.Il quadro appare inoltre stilisticamente molto vicino al San Sebastiano curato dalle pie donne della cappella Montauto in San Giovanni dei Fiorentini a Roma datato t

Auction archive: Lot number 42
Auction:
Datum:
16 May 2017
Auction house:
Pandolfini Casa d'Aste
Borgo degli Albizi 26
Palazzo Ramirez-Montalvo
50122 Firenze
Italy
info@pandolfini.it
+39 055 2340888
+39 055 244343
Beschreibung:

λ Giovanni Battista Vanni (Firenze 1600 - Pistoia 1660) AGAR, ISMAELE E L'ANGELO NEL DESERTO olio su tela, cm 175x235,5 reca sul retro etichetta e targhetta in metallo con la scritta "Proprietà Guicciardini Corsi Salviati in consegna alla parrocchia di S. Martino a Sesto" Provenienza Già collezione Corsi Collezione privata Bibliografia F. Baldinucci, Notizie de' professori del disegno da Cimabue in qua, Firenze, 1681-1728, ed. a cura di F. Ranalli, Firenze 1845-1847, IV, 1846, pp. 534-548S. Bellesi, Catalogo dei pittori fiorentini del Seicento e Settecento. Biografie e opere, Firenze, 2009, I, p. 265 (Agar, Ismaele e l’angelo, Firenze, collezione privata, non riprodotto) D. Pegazzano, I "Cardinali guerreggianti": dipinti inediti di Giovan Battista Vanni per monsignor Lorenzo Corsi, in "Prospettiva", 153/154.2014 (2015), pp. 74-94, p. 84, fig. 14, p. 86, fig. 16 La grande tela qui offerta mette in scena la storia di Agar e Ismaele raccontata nel libro della Genesi.Sara, la moglie di Abramo, non potendo avere figli, offre al marito la sua schiava Agar, dalla cui unione nascerà Ismaele. La giovane donna e il figlio verranno poi ripudiati e allontanati da Abramo dopo la nascita miracolosa di Isacco, figlio di Sara. Agar «se ne andò e si smarrì per il deserto di Bersabea. Tutta l'acqua dell'otre era venuta a mancare. Allora essa depose il fanciullo sotto un cespuglio e andò a sedersi di fronte, alla distanza di un tiro d'arco, perché diceva: “Non voglio veder morire il fanciullo!”. Quando gli si fu seduta di fronte, egli alzò la voce e pianse. Ma (…) un angelo di Dio chiamò Agar dal cielo e le disse: «Che hai, Agar? Non temere, perché Dio ha udito la voce del fanciullo là dove si trova. Alzati, prendi il fanciullo e tienilo per mano, perché io ne farò una grande nazione». Dio le aprì gli occhi ed essa vide un pozzo d'acqua. Allora andò a riempire l'otre e fece bere il fanciullo. E Dio fu con il fanciullo» (21,8-21)Il momento rappresentato è proprio quello appena narrato nel passo della Genesi in cui Agar e Ismaele, soli nel deserto, senza più acqua (la borraccia in primo piano infatti è vuota) sono prossimi alla morte. Madre e figlio però verranno soccorsi da un angelo bellissimo che indica una sorgente d’acqua che scaturisce dalla roccia.Il dipinto, pubblicato in D. Pegazzano cit. p. 84 fig. 14, è stilisticamente accostabile alle opere di Giovan Battista Vanni, pittore fiorentino di cui Filippo Baldinucci ci tramanda un ritratto puntale e lusinghiero. Vanni fu una personalità di spicco nella Firenze seicentesca, molto gradita ai suoi committenti non solo per il suo bell’aspetto ma anche per gli innumerevoli interessi che coltivò, dalla musica al teatro.Figlio dell’orafo Orazio Vanni, Giovan Battista fu avviato sin da giovane allo studio della pittura presso la bottega di Empoli e in seguito sotto la guida di Cristofano Allori e Giovanni Bilivert Al 1617 risale l’immatricolazione all’Accademia del Disegno e già negli anni Venti partecipa a diversi importanti cantieri tra cui quello per la villa Medicea di Poggio Imperiale e per il Casino di San Marco. Baldinucci riporta con precisione anche la variegata committenza dell’autore tra cui vengono ricordati i Del Turco, i Tornaquinci, gli Acciaiuoli e soprattutto i Corsi. Per monsignor Lorenzo Corsi Vanni realizzò moltissimi quadri, tra cui il nostro, e fu ospite in più occasioni presso la sua abitazione romana, cosa che gli permise di studiare le opere degli artisti in voga nell’urbe. A Roma è documentato dal 1624 e, ad eccezione di alcuni ritorni in Toscana e un viaggio a Parma nel 1629, vi rimase fino al 1632.Al terzo soggiorno romano, intorno agli anni trenta del Seicento, possiamo far risalire la nostra Agar, da collocare con sicurezza dopo il ritorno da Parma nel 1629 per le evidenti influenze dell’opera di Correggio.Il quadro appare inoltre stilisticamente molto vicino al San Sebastiano curato dalle pie donne della cappella Montauto in San Giovanni dei Fiorentini a Roma datato t

Auction archive: Lot number 42
Auction:
Datum:
16 May 2017
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Pandolfini Casa d'Aste
Borgo degli Albizi 26
Palazzo Ramirez-Montalvo
50122 Firenze
Italy
info@pandolfini.it
+39 055 2340888
+39 055 244343
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