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Auction archive: Lot number 86

PIatto Deruta, bottega di Giacomo Mancini (detto “El Frate”), prima metà del sec. XVI

Estimate
€12,000 - €15,000
ca. US$13,231 - US$16,539
Price realised:
€20,000
ca. US$22,052
Auction archive: Lot number 86

PIatto Deruta, bottega di Giacomo Mancini (detto “El Frate”), prima metà del sec. XVI

Estimate
€12,000 - €15,000
ca. US$13,231 - US$16,539
Price realised:
€20,000
ca. US$22,052
Beschreibung:

PIatto Deruta, bottega di Giacomo Mancini (detto “El Frate”), prima metà del sec. XVI Maiolica Diametro cm 40,5 Una rottura e una incrinatura Provenienza: collezione privata Grande piatto “da pompa”, con ampio cavetto, larga tesa ad orlo rilevato e profilato; il piede è ad anello e presenta due fori praticati originariamente per appendere l’opera al muro. Al centro del cavetto, delimitato da una stretta fascia a treccia, campeggia il busto di un personaggio, volto di profilo a sinistra, con barba, lunghi capelli scesi sulle spalle, copricapo orientale, frontalmente ornato di piume, e vestito di un abito a scollo quadrato, ornato sul petto da un ricamo o un gioiello; a coronamento del busto è posto un largo cartiglio sinuoso, su cui è tracciata la legenda “SINCHE. VIVO. EPV°. LAMORTE TAMERA. LOTRISTO. QUORE. SILPARTIRE”.Sullo sfondo tralcio, cespo con foglie e bulbi punteggiati. Sulla tesa si dispongono otto grandi corolle dentellate, alternate ad altrettante composizioni vegetali, fritto dell’accostamento di due lunghe foglie racchiudenti un tralcio con foglie e pomi. Il retro è invetriato. Eccellente saggio della fortunata produzione “da pompa” derutese, “a lustro” dorato, stilisticamente vicina a quella precedente, non solo nella figura centrale, ma anche nei dettagli decorativi complementari, specie i bulbi o forme vegetali tondeggianti. Il profilo dell’uomo è caratterizzato dalla stessa cura che si poneva ai busti delle “belle”, cioè perfetto profilo lineare, stagliato dal fondo a campitura in blu intenso, delicate velature nei tratti del volto, puntualizzati anche da certi dettagli, quali le ciocche pettinate e descritte una ad una della barba, il profilo dell’orecchio, il taglio obliquo dell’occhio, la morbida caduta dei capelli sulle spalle, ecc. Di grande fascino è questa figura d’orientale, che si impone anche per una voluminosa pienezza del busto e una particolare resa dei tratti del volto, che emana una nobile fie- rezza composta. D’altronde questi ritratti già nel corso del ‘400 iniziarono a circolare attraverso le medaglie del Pisanello, con la pittura dei Gentile Bellini e con le incisioni con il “Gran Turco”, che fornirono modello alle ceramiche “graffite” ferraresi e alla maiolica: moda che ancora nel ‘500 dilaga in Italia e porta a farsi ritrarre “all’orientale”. Più problematica al momento risulta la spiegazione del significato della legenda, che sembra far riferimento ad un aforisma, come quella di altri due piatti, rispettivamente nel Victoria and Albert Museum di Londra, sul cui cartiglio è scritto SOLA LA MORTE ISTINIE EVERO AMO- RE”1, e della Walters Art Gallery di Baltimore2. Del soggetto principale di questo piatto circola- va uno spolvero, impiegato dagli artefici derutesi per diverse redazioni: lo dimostrano, ad esempio, piatti con la stressa iconografia di busto, anch’essi “a lustro”, rispettivamente nella antica raccolta Spitzer3, nel Los Angeles County Museum e nei Musées Royaux d’Art et d’Histoire di Bruxelles4, con lunghe cornucopie annodate alla base sulla tesa, anch’esse tipiche del repertorio derutese della prima metà del ‘500, due passati sul collezione privata5, altro era nella collezione Gaillard6. Una identica tesa, composta come questa di otto grandi corolle (o rosoni) alternate a infiorescenze con foglie dentellate affrontate, è adottata su un grande “piatto da pompa”, del Victoria and Albert Museum di Londra, anch’esso derutese a lustro, come ghirlanda ad un busto di “bella” 7. 1RACKHAM 1940, n. 479. 2PRENTICE VON ERDBERG- C.ROSS 1952, scheda 16. 3COLLECTION SPITZER 1890, nn. 1214 e 1215. 4DUMORTIER 2002, p.171, Fig. 1. 5PALAIS GALLIERA 1962, n. 31; DROUOT 1970, lotto n. 31. 6CATALOGUE GAILLARD 1904, n. 442. 7RACKHAM 1940, n. 477; BUSTI- COCCHI 2004, sche- da 24, p. 111; SANI 2012, pp. 141- 142, fig. 165. Bibliografia L’opera è pubblicata in: Ceramiche varie, maioliche, porcellane italiane 1984, p. 52, fig. 111.

Auction archive: Lot number 86
Auction:
Datum:
25 Oct 2016
Auction house:
Cambi Casa d'Aste
Castello Mackenzie Mura di san Bartolomeo 16c 16
16122 Genova
Italy
info@cambiaste.com
+39 010 8395029
+39 010 879482
Beschreibung:

PIatto Deruta, bottega di Giacomo Mancini (detto “El Frate”), prima metà del sec. XVI Maiolica Diametro cm 40,5 Una rottura e una incrinatura Provenienza: collezione privata Grande piatto “da pompa”, con ampio cavetto, larga tesa ad orlo rilevato e profilato; il piede è ad anello e presenta due fori praticati originariamente per appendere l’opera al muro. Al centro del cavetto, delimitato da una stretta fascia a treccia, campeggia il busto di un personaggio, volto di profilo a sinistra, con barba, lunghi capelli scesi sulle spalle, copricapo orientale, frontalmente ornato di piume, e vestito di un abito a scollo quadrato, ornato sul petto da un ricamo o un gioiello; a coronamento del busto è posto un largo cartiglio sinuoso, su cui è tracciata la legenda “SINCHE. VIVO. EPV°. LAMORTE TAMERA. LOTRISTO. QUORE. SILPARTIRE”.Sullo sfondo tralcio, cespo con foglie e bulbi punteggiati. Sulla tesa si dispongono otto grandi corolle dentellate, alternate ad altrettante composizioni vegetali, fritto dell’accostamento di due lunghe foglie racchiudenti un tralcio con foglie e pomi. Il retro è invetriato. Eccellente saggio della fortunata produzione “da pompa” derutese, “a lustro” dorato, stilisticamente vicina a quella precedente, non solo nella figura centrale, ma anche nei dettagli decorativi complementari, specie i bulbi o forme vegetali tondeggianti. Il profilo dell’uomo è caratterizzato dalla stessa cura che si poneva ai busti delle “belle”, cioè perfetto profilo lineare, stagliato dal fondo a campitura in blu intenso, delicate velature nei tratti del volto, puntualizzati anche da certi dettagli, quali le ciocche pettinate e descritte una ad una della barba, il profilo dell’orecchio, il taglio obliquo dell’occhio, la morbida caduta dei capelli sulle spalle, ecc. Di grande fascino è questa figura d’orientale, che si impone anche per una voluminosa pienezza del busto e una particolare resa dei tratti del volto, che emana una nobile fie- rezza composta. D’altronde questi ritratti già nel corso del ‘400 iniziarono a circolare attraverso le medaglie del Pisanello, con la pittura dei Gentile Bellini e con le incisioni con il “Gran Turco”, che fornirono modello alle ceramiche “graffite” ferraresi e alla maiolica: moda che ancora nel ‘500 dilaga in Italia e porta a farsi ritrarre “all’orientale”. Più problematica al momento risulta la spiegazione del significato della legenda, che sembra far riferimento ad un aforisma, come quella di altri due piatti, rispettivamente nel Victoria and Albert Museum di Londra, sul cui cartiglio è scritto SOLA LA MORTE ISTINIE EVERO AMO- RE”1, e della Walters Art Gallery di Baltimore2. Del soggetto principale di questo piatto circola- va uno spolvero, impiegato dagli artefici derutesi per diverse redazioni: lo dimostrano, ad esempio, piatti con la stressa iconografia di busto, anch’essi “a lustro”, rispettivamente nella antica raccolta Spitzer3, nel Los Angeles County Museum e nei Musées Royaux d’Art et d’Histoire di Bruxelles4, con lunghe cornucopie annodate alla base sulla tesa, anch’esse tipiche del repertorio derutese della prima metà del ‘500, due passati sul collezione privata5, altro era nella collezione Gaillard6. Una identica tesa, composta come questa di otto grandi corolle (o rosoni) alternate a infiorescenze con foglie dentellate affrontate, è adottata su un grande “piatto da pompa”, del Victoria and Albert Museum di Londra, anch’esso derutese a lustro, come ghirlanda ad un busto di “bella” 7. 1RACKHAM 1940, n. 479. 2PRENTICE VON ERDBERG- C.ROSS 1952, scheda 16. 3COLLECTION SPITZER 1890, nn. 1214 e 1215. 4DUMORTIER 2002, p.171, Fig. 1. 5PALAIS GALLIERA 1962, n. 31; DROUOT 1970, lotto n. 31. 6CATALOGUE GAILLARD 1904, n. 442. 7RACKHAM 1940, n. 477; BUSTI- COCCHI 2004, sche- da 24, p. 111; SANI 2012, pp. 141- 142, fig. 165. Bibliografia L’opera è pubblicata in: Ceramiche varie, maioliche, porcellane italiane 1984, p. 52, fig. 111.

Auction archive: Lot number 86
Auction:
Datum:
25 Oct 2016
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Castello Mackenzie Mura di san Bartolomeo 16c 16
16122 Genova
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