PIatto Deruta, prima metà del sec. XVI Maiolica a gran fuoco lustrata in giallo oro Diametro cm 23,6 Felatura, lievi cadute di smalto restaurate al bordo Il piatto mostra cavetto di media profondità, ampia tesa obliqua e piede con incavo appena accennato. Al centro del cavetto, allinterno di un medaglione delimitato da una fascia ad embricazioni, è raffigurato un busto di donna, vòlto a sinistra di profilo; la donna ha la fronte e i capelli ornati da una lenza, al collo un giro di perle e un raffinato abito a scollatura quadrata; davanti al profilo, verticalmente si dispone un virgulto con foglie e fiori. Sulla tesa è dipinto un motivo a denti di lupo, alternato a motivi vegetali stilizzati. Sul verso quattro sottili filettature a lustro. Si tratta di un piatto derutese della più classica produzione a lustro della prima metà del 500, produzione che pur quasi standardizzata mantiene livelli qualitativi tecnico-pittorici sempre molto alti. Esso inoltre è un canonico esempio di vasellame amatorio, che applica la stessa iconografia della bella di profilo, affiancata da un virgulto, anche a versioni più da pompa, come dimostra il bacile della scheda precedente (b, c)1. Così pure la decorazione complementare al medaglione, un giro di denti di lupo, fa parte del repertorio derutese più in voga: esso infatti, oltre ai piatti di misure standard 2, è applicato alle tese come nelle versioni nella antica collezione Toretelli di Spoleto3, nella collezione Zschille 4, nella collezione Adda 5, nella collezione S. Sevadjian 6, nei Musei Civici di Pesaro7, nella National Gallery di Victoria8 ed altre passate sul collezione privata, viene altresì applicato a ciotole 9, a grandi piatti da pompa, come quello bellissimo del Museo di Pesaro con la legenda VIVA VIVA EL DVCA DI URBINO10, ma anche su fogge più articolate, come eleganti vasi biansati (uno è al Metropoli- tan di NewYork),o persinocoppe ad inganno11. 1Una simile versione di bella, derutese a lustro, era nella collezione Galanti (COLLECTION GALANTI 1925?, n. 96). Altra è nei Musei Civici di Pesaro (MAN- CINI DELLA CHIARA 1979, in particolare scheda 124). 3CATALOGO TORETELLI 1870, n. 47. 4FALKE 1899,Taf. 9, n. 85. 5RACKHAM 1959, fig. 150, n. 540. 6COLLECTION SEVADJIAN 1927, n. 105. 7MANCINI DELLA CHIARA 1979, scheda 172. 8 ITALIAN MAIOLICA 2015, pp. 174- 175. CHRISTIES, 1965, lotto n. 66; CHRISTIES 1993, lotto 47. 9Due ciotole, una con S. Francesco e altra con il busto di una bella, ornata di un virgulto, simile a questa in esame, sono nelle raccolte del Museo del Castello di Milano (BUSTI- COCCHI, 2000, schede 65 e 66, pp. 81-82) e nel Museo di Arezzo (FUCHS 1993, scheda 290, p. 259). 10MANCINI DELLA CHIARA 1979, scheda 170. 11RAVANELLI GUIDOTTI 1987, pp. 133, scheda 21.
PIatto Deruta, prima metà del sec. XVI Maiolica a gran fuoco lustrata in giallo oro Diametro cm 23,6 Felatura, lievi cadute di smalto restaurate al bordo Il piatto mostra cavetto di media profondità, ampia tesa obliqua e piede con incavo appena accennato. Al centro del cavetto, allinterno di un medaglione delimitato da una fascia ad embricazioni, è raffigurato un busto di donna, vòlto a sinistra di profilo; la donna ha la fronte e i capelli ornati da una lenza, al collo un giro di perle e un raffinato abito a scollatura quadrata; davanti al profilo, verticalmente si dispone un virgulto con foglie e fiori. Sulla tesa è dipinto un motivo a denti di lupo, alternato a motivi vegetali stilizzati. Sul verso quattro sottili filettature a lustro. Si tratta di un piatto derutese della più classica produzione a lustro della prima metà del 500, produzione che pur quasi standardizzata mantiene livelli qualitativi tecnico-pittorici sempre molto alti. Esso inoltre è un canonico esempio di vasellame amatorio, che applica la stessa iconografia della bella di profilo, affiancata da un virgulto, anche a versioni più da pompa, come dimostra il bacile della scheda precedente (b, c)1. Così pure la decorazione complementare al medaglione, un giro di denti di lupo, fa parte del repertorio derutese più in voga: esso infatti, oltre ai piatti di misure standard 2, è applicato alle tese come nelle versioni nella antica collezione Toretelli di Spoleto3, nella collezione Zschille 4, nella collezione Adda 5, nella collezione S. Sevadjian 6, nei Musei Civici di Pesaro7, nella National Gallery di Victoria8 ed altre passate sul collezione privata, viene altresì applicato a ciotole 9, a grandi piatti da pompa, come quello bellissimo del Museo di Pesaro con la legenda VIVA VIVA EL DVCA DI URBINO10, ma anche su fogge più articolate, come eleganti vasi biansati (uno è al Metropoli- tan di NewYork),o persinocoppe ad inganno11. 1Una simile versione di bella, derutese a lustro, era nella collezione Galanti (COLLECTION GALANTI 1925?, n. 96). Altra è nei Musei Civici di Pesaro (MAN- CINI DELLA CHIARA 1979, in particolare scheda 124). 3CATALOGO TORETELLI 1870, n. 47. 4FALKE 1899,Taf. 9, n. 85. 5RACKHAM 1959, fig. 150, n. 540. 6COLLECTION SEVADJIAN 1927, n. 105. 7MANCINI DELLA CHIARA 1979, scheda 172. 8 ITALIAN MAIOLICA 2015, pp. 174- 175. CHRISTIES, 1965, lotto n. 66; CHRISTIES 1993, lotto 47. 9Due ciotole, una con S. Francesco e altra con il busto di una bella, ornata di un virgulto, simile a questa in esame, sono nelle raccolte del Museo del Castello di Milano (BUSTI- COCCHI, 2000, schede 65 e 66, pp. 81-82) e nel Museo di Arezzo (FUCHS 1993, scheda 290, p. 259). 10MANCINI DELLA CHIARA 1979, scheda 170. 11RAVANELLI GUIDOTTI 1987, pp. 133, scheda 21.
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