Piatto Montelupo, prima metà del XVII secolo Maiolica policroma. Diametro cm 32,5. Rotto in due frammenti e ricomposto in restauro Piatto ad ampia parete svasata e piede a disco. Sullintera superficie del recto si dispongono delle foglie di vite associate a pomi (o chicchi duva enfatizzati), su uno sfondo di spiralette. Sul verso filettature concentriche in bruno di manganese. Lopera è una raffinata versione del genere decorativo di Montelupo detto «foglia verde»1, proiezione in terra toscana del cosiddetto omonimo motivo «a foglie» attestato soprattutto a Venezia a metà del 500. La foglia in questo piatto ha ancora tutta la qualità formale e cromatica, specie nel verde smeraldino, della migliore produzione montelupina e non ha perso nulla delleleganza e dellaccuratezza di esecuzione dei primi tipi, che invece nel corso del 600 trasformeranno la foglia in una macchia di colore verde diluito pesantemente contornato. Innumerevoli gli esemplari noti, la cui datazione si ricava da alcuni campioni datati «1625», «1660» e «1690» 2 1BERTI F., Il Museo della Ceramica di Montelupo, Firenze 2008, pp.351-352 2RAVANELLI GUIDOTTI C., Ceramiche italiane datate dal XV al XIX secolo, Faenza 2004, scheda 18, pp. 146-147
Piatto Montelupo, prima metà del XVII secolo Maiolica policroma. Diametro cm 32,5. Rotto in due frammenti e ricomposto in restauro Piatto ad ampia parete svasata e piede a disco. Sullintera superficie del recto si dispongono delle foglie di vite associate a pomi (o chicchi duva enfatizzati), su uno sfondo di spiralette. Sul verso filettature concentriche in bruno di manganese. Lopera è una raffinata versione del genere decorativo di Montelupo detto «foglia verde»1, proiezione in terra toscana del cosiddetto omonimo motivo «a foglie» attestato soprattutto a Venezia a metà del 500. La foglia in questo piatto ha ancora tutta la qualità formale e cromatica, specie nel verde smeraldino, della migliore produzione montelupina e non ha perso nulla delleleganza e dellaccuratezza di esecuzione dei primi tipi, che invece nel corso del 600 trasformeranno la foglia in una macchia di colore verde diluito pesantemente contornato. Innumerevoli gli esemplari noti, la cui datazione si ricava da alcuni campioni datati «1625», «1660» e «1690» 2 1BERTI F., Il Museo della Ceramica di Montelupo, Firenze 2008, pp.351-352 2RAVANELLI GUIDOTTI C., Ceramiche italiane datate dal XV al XIX secolo, Faenza 2004, scheda 18, pp. 146-147
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