(Porto Ercole, 1698 - Napoli, 1755) Natura morta con pesci e cacciagione Olio su tela, cm 78X109
Allievo di Andrea Belvedere e di Gaspare Lopez, Giacomo Nani crea nature morte dal sentito animo naturalistico, in affinità con Tommaso Realfonso (Napoli, 1677 circa - post 1743), costruendo le sue composizioni ispirandosi a moduli compositivi ed estetici desunti dalle opere di Giovanni Battista Ruoppolo (Napoli 1629-1693) e Giuseppe Recco (Napoli 1634 - Alicante 1695). Secondo il De Dominici, l'artista era il miglior allievo del Belvedere: 'pittore universale in tutto quello che può dipingere un professore'. Il nucleo più cospicuo e valente del suo catalogo è composto da nature morte di fiori, eseguite con uno stile prossimo a quello di Gaspare Lopez (Napoli 1650 - Firenze 1740), seguendo uno sviluppo tendenzialmente rococò, in similitudine a Nicola Casissa per poi sviluppare un genere naturamortistico di gusto animalier e neo naturalista prettamente seicentesco. L'opera qui presentata appartiene a questo filone, da accomunare a quelle conservate al Museo di Capodimonte datate da Marina Santucci al 1724, come le tele citate nell'inventario del 1746 della collezione della regina Isabella Farnese e ora nel Palazzo Reale di Riofrio. Bibliografia di riferimento: N. Spinosa, 'Pittura napoletana del Settecento. Dal Barocco al Rococò', Napoli 1988, pp. 65-69; 96, figg. 196-199 A. Tecce, 'Giacomo Nani', in 'La Natura morta in Italia', Milano 1989, vol. II, p. 960 M. Santucci, in 'Museo Nazionale di Capodimonte. Dipinti del XVIII Secolo, la scuola napoletana. Le collezioni borboniche e postunitarie', Napoli 2010, p. 130, n. 99 a-b, con bibliografia precedente
(Porto Ercole, 1698 - Napoli, 1755) Natura morta con pesci e cacciagione Olio su tela, cm 78X109
Allievo di Andrea Belvedere e di Gaspare Lopez, Giacomo Nani crea nature morte dal sentito animo naturalistico, in affinità con Tommaso Realfonso (Napoli, 1677 circa - post 1743), costruendo le sue composizioni ispirandosi a moduli compositivi ed estetici desunti dalle opere di Giovanni Battista Ruoppolo (Napoli 1629-1693) e Giuseppe Recco (Napoli 1634 - Alicante 1695). Secondo il De Dominici, l'artista era il miglior allievo del Belvedere: 'pittore universale in tutto quello che può dipingere un professore'. Il nucleo più cospicuo e valente del suo catalogo è composto da nature morte di fiori, eseguite con uno stile prossimo a quello di Gaspare Lopez (Napoli 1650 - Firenze 1740), seguendo uno sviluppo tendenzialmente rococò, in similitudine a Nicola Casissa per poi sviluppare un genere naturamortistico di gusto animalier e neo naturalista prettamente seicentesco. L'opera qui presentata appartiene a questo filone, da accomunare a quelle conservate al Museo di Capodimonte datate da Marina Santucci al 1724, come le tele citate nell'inventario del 1746 della collezione della regina Isabella Farnese e ora nel Palazzo Reale di Riofrio. Bibliografia di riferimento: N. Spinosa, 'Pittura napoletana del Settecento. Dal Barocco al Rococò', Napoli 1988, pp. 65-69; 96, figg. 196-199 A. Tecce, 'Giacomo Nani', in 'La Natura morta in Italia', Milano 1989, vol. II, p. 960 M. Santucci, in 'Museo Nazionale di Capodimonte. Dipinti del XVIII Secolo, la scuola napoletana. Le collezioni borboniche e postunitarie', Napoli 2010, p. 130, n. 99 a-b, con bibliografia precedente
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