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Auction archive: Lot number 28

Vincent van Gogh (Zundert 1853

Estimate
€200,000 - €300,000
ca. US$220,699 - US$331,049
Price realised:
n. a.
Auction archive: Lot number 28

Vincent van Gogh (Zundert 1853

Estimate
€200,000 - €300,000
ca. US$220,699 - US$331,049
Price realised:
n. a.
Beschreibung:

Vincent van Gogh (Zundert 1853 - Auvers-sur-Oise 1890) POLLARD WILLOW ottobre 1881 gessetto nero, acquerello e biacca su carta mm 603x465 POLLARD WILLOW October 1881 black chalk, watercolour on paper heightened with white 23 ¾ by 18 3/8 in L’opera è corredata di attestato di libera circolazione. An export license is available for this lot . Provenienza Noordwijk-a-Zee, collezione M.J.B. Jungmann Den Haag, collezione M. Gieseler New York, collezione Julius Joelson Bibliografia J.B. de la Faille, L’Oeuvre de Vincent van Gogh Catalogue raisonné , Paris et Bruxelles 1928, vol. III, p. 40, n. 995; vol. IV, pl. XLI. J. Hulsker, The new complete Van Gogh. Paintings, drawings, sketches, Amsterdam 1996, p. 24, tav. 56. Quando realizza quest’opera, van Gogh è all’inizio di una nuova attività: non è più un copiatore ma un libero disegnatore e osservatore della natura. In effetti, prima della visita ad Anton Mauve all’Aja avvenuta nell’estate del 1881, van Gogh si limitava a disegnare quanto già realizzato da altri artisti. Tornato a Etten, doveva vive con i genitori, racconta al fratello Theo: ≪Mauve parve interessarsi soprattutto ai miei disegni. Mi diede molti consigli preziosi e quindi tornerò da lui fra qualche tempo, quando avrò qualcosa di nuovo da sottoporgli≫. Un incontro fondamentale per la sua carriera, che gli suscita forte entusiasmo, tanto che pochi giorni dopo Vincent scrive nuovamente a Theo (n. 150): ≪ho già notizie per te. Devo annunciarti che il mio disegno è cambiato, come tecnica oltre che come risultato. […] Zappatori, seminatori, aratori di entrambi i sessi – ecco ciò che devo disegnare di continuo. Devo osservare e disegnare tutto quello che appartiene alla vita di campagna, come molti altri hanno fatto prima di me e fanno tuttora. Non mi sento più impotente difronte alla natura come un tempo≫. Nella lettera parla anche delle sue sperimentazioni tecniche: ≪Dall’Aia mi sono portato alcuni crayons in legno e li uso molto in questo periodo. Ho anche incominciato a ritoccare il mio lavoro con pennello e sfumino, con un po’ di seppia e inchiostro di China e qua e là con un po’ di colore≫. Tra i vari soggetti disegnati in questo momento nelle sue escursioni in campagna non possono mancare i salici di cui, nella missiva seguente, fa anche uno schizzo. Della serie dedicata al Pollard willow , si ricorda l’acquerello del 1882 (Amsterdam, Van Gogh Museum) dipinto nei pressi di una stazione ferroviaria, un salice morto sotto il cielo minaccioso e la solitudine di un uomo che cammina lungo la strada avvolto dal cupo paesaggio. Di questo periodo di inizio anni Ottanta è anche il lavoro qui presentato. Nel nostro caso, vediamo l’albero spoglio in primo piano che si staglia contro un cielo nuvoloso dal quale, anche se a fatica, escono i raggi di sole, un segno di speranza e di risurrezione, sottolineato anche dall’erba verde che sta nascendo ai piedi del fusto. Il cerchio della vita continua a girare. E su questo medita van Gogh quando Mauve gli chiede di parlargli non tanto di Jules Dupré protagonista della scuola di Barbizon, bensì del “ciglio del fosso” o di qualcosa di similare: ≪Non è il linguaggio dei pittori, ma quello della natura che bisogna ascoltare≫ (lettera di luglio 1882). When he painted this work, van Gogh had just embarked on a new activity: no longer as one who copied, who drew only from the works of other artists – which was the case before his visit to Anton Mauve in The Hague in the summer of 1881 – but as a free draughtsman, an observer and portrayer of nature. Upon his return to Etten, where he lived with his parents, he wrote to his brother Theo: «My own drawings interested Mauve more. He gave me a great many suggestions, which I’m glad of, and I’ve sort of arranged to pay him another visit fairly soon when I have some more studies». That time with Mauve was fundamental for his career. It aroused his enthusiasm, to the point that a bit later he wrote, again to Theo: «…this tim

Auction archive: Lot number 28
Auction:
Datum:
29 Oct 2019
Auction house:
Pandolfini Casa d'Aste
Borgo degli Albizi 26
Palazzo Ramirez-Montalvo
50122 Firenze
Italy
info@pandolfini.it
+39 055 2340888
+39 055 244343
Beschreibung:

Vincent van Gogh (Zundert 1853 - Auvers-sur-Oise 1890) POLLARD WILLOW ottobre 1881 gessetto nero, acquerello e biacca su carta mm 603x465 POLLARD WILLOW October 1881 black chalk, watercolour on paper heightened with white 23 ¾ by 18 3/8 in L’opera è corredata di attestato di libera circolazione. An export license is available for this lot . Provenienza Noordwijk-a-Zee, collezione M.J.B. Jungmann Den Haag, collezione M. Gieseler New York, collezione Julius Joelson Bibliografia J.B. de la Faille, L’Oeuvre de Vincent van Gogh Catalogue raisonné , Paris et Bruxelles 1928, vol. III, p. 40, n. 995; vol. IV, pl. XLI. J. Hulsker, The new complete Van Gogh. Paintings, drawings, sketches, Amsterdam 1996, p. 24, tav. 56. Quando realizza quest’opera, van Gogh è all’inizio di una nuova attività: non è più un copiatore ma un libero disegnatore e osservatore della natura. In effetti, prima della visita ad Anton Mauve all’Aja avvenuta nell’estate del 1881, van Gogh si limitava a disegnare quanto già realizzato da altri artisti. Tornato a Etten, doveva vive con i genitori, racconta al fratello Theo: ≪Mauve parve interessarsi soprattutto ai miei disegni. Mi diede molti consigli preziosi e quindi tornerò da lui fra qualche tempo, quando avrò qualcosa di nuovo da sottoporgli≫. Un incontro fondamentale per la sua carriera, che gli suscita forte entusiasmo, tanto che pochi giorni dopo Vincent scrive nuovamente a Theo (n. 150): ≪ho già notizie per te. Devo annunciarti che il mio disegno è cambiato, come tecnica oltre che come risultato. […] Zappatori, seminatori, aratori di entrambi i sessi – ecco ciò che devo disegnare di continuo. Devo osservare e disegnare tutto quello che appartiene alla vita di campagna, come molti altri hanno fatto prima di me e fanno tuttora. Non mi sento più impotente difronte alla natura come un tempo≫. Nella lettera parla anche delle sue sperimentazioni tecniche: ≪Dall’Aia mi sono portato alcuni crayons in legno e li uso molto in questo periodo. Ho anche incominciato a ritoccare il mio lavoro con pennello e sfumino, con un po’ di seppia e inchiostro di China e qua e là con un po’ di colore≫. Tra i vari soggetti disegnati in questo momento nelle sue escursioni in campagna non possono mancare i salici di cui, nella missiva seguente, fa anche uno schizzo. Della serie dedicata al Pollard willow , si ricorda l’acquerello del 1882 (Amsterdam, Van Gogh Museum) dipinto nei pressi di una stazione ferroviaria, un salice morto sotto il cielo minaccioso e la solitudine di un uomo che cammina lungo la strada avvolto dal cupo paesaggio. Di questo periodo di inizio anni Ottanta è anche il lavoro qui presentato. Nel nostro caso, vediamo l’albero spoglio in primo piano che si staglia contro un cielo nuvoloso dal quale, anche se a fatica, escono i raggi di sole, un segno di speranza e di risurrezione, sottolineato anche dall’erba verde che sta nascendo ai piedi del fusto. Il cerchio della vita continua a girare. E su questo medita van Gogh quando Mauve gli chiede di parlargli non tanto di Jules Dupré protagonista della scuola di Barbizon, bensì del “ciglio del fosso” o di qualcosa di similare: ≪Non è il linguaggio dei pittori, ma quello della natura che bisogna ascoltare≫ (lettera di luglio 1882). When he painted this work, van Gogh had just embarked on a new activity: no longer as one who copied, who drew only from the works of other artists – which was the case before his visit to Anton Mauve in The Hague in the summer of 1881 – but as a free draughtsman, an observer and portrayer of nature. Upon his return to Etten, where he lived with his parents, he wrote to his brother Theo: «My own drawings interested Mauve more. He gave me a great many suggestions, which I’m glad of, and I’ve sort of arranged to pay him another visit fairly soon when I have some more studies». That time with Mauve was fundamental for his career. It aroused his enthusiasm, to the point that a bit later he wrote, again to Theo: «…this tim

Auction archive: Lot number 28
Auction:
Datum:
29 Oct 2019
Auction house:
Pandolfini Casa d'Aste
Borgo degli Albizi 26
Palazzo Ramirez-Montalvo
50122 Firenze
Italy
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+39 055 2340888
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