Francesco de Mura (Napoli 1696 - 1782) bottega / seguace di - workshop / follower Allegoria delle Arti Allegoria della Forza Olio su rame Allegory of the Arts Allegory of Strength Oil on copper 19,5 x 16 cm Domenico Viola è il suo primo maestro, poi passa nell’atelier di Francesco Solimena il quale influenza il giovane de Mura che lascia gradualmente il naturalismo e il chiaroscuro accentuato, cioè la lezione di Mattia Preti avuta durante l’anno di permanenza nella bottega di Domenico Viola Un schiarimento della sua tavolozza e tematiche arcadiche lo aggiornano verso il Rococò e Luca Giordano Tra il 1741 e il 1743 soggiorna e opera a Torino dove conosce il pittore il conterraneo Corrado Giaquinto con il quale affina ulteriormente il suo modo di interpretare a pittura assumendo uno stile più vaporoso, vivace e imperioso. Tornato a Napoli, ormai artista maturo e di riconosciuto valore, è accolto alla corte spagnola. Nella sua bottega si sono formati tre imminenti pittori del tardo Settecento napoletano, quali Pietro Bardellino Fedele Fischetti e Giacinto Diano. Con questi che furono a loro volta maestri di rilevanza, sono cresciuti altri allievi che hanno svolto la professione di pittori in ambito minore ma non per questo di scarsa qualità, essi sono: Romualdo Formosa Francesco Palumbo, Luigi Velpi, Nicola Peccheneda Oronzo Tiso Nicola Menzele , Vincenzo Cannizzaro, Vincenzo De Mita. Con molta probabilità tra questi nomi si nasconde l’autore delle nostre due interessanti e belle opere nate da prototipi di De Mura, rispettivamente oggi al Louvre di Parigi e Museo di Palazzo Reale a Torino
Francesco de Mura (Napoli 1696 - 1782) bottega / seguace di - workshop / follower Allegoria delle Arti Allegoria della Forza Olio su rame Allegory of the Arts Allegory of Strength Oil on copper 19,5 x 16 cm Domenico Viola è il suo primo maestro, poi passa nell’atelier di Francesco Solimena il quale influenza il giovane de Mura che lascia gradualmente il naturalismo e il chiaroscuro accentuato, cioè la lezione di Mattia Preti avuta durante l’anno di permanenza nella bottega di Domenico Viola Un schiarimento della sua tavolozza e tematiche arcadiche lo aggiornano verso il Rococò e Luca Giordano Tra il 1741 e il 1743 soggiorna e opera a Torino dove conosce il pittore il conterraneo Corrado Giaquinto con il quale affina ulteriormente il suo modo di interpretare a pittura assumendo uno stile più vaporoso, vivace e imperioso. Tornato a Napoli, ormai artista maturo e di riconosciuto valore, è accolto alla corte spagnola. Nella sua bottega si sono formati tre imminenti pittori del tardo Settecento napoletano, quali Pietro Bardellino Fedele Fischetti e Giacinto Diano. Con questi che furono a loro volta maestri di rilevanza, sono cresciuti altri allievi che hanno svolto la professione di pittori in ambito minore ma non per questo di scarsa qualità, essi sono: Romualdo Formosa Francesco Palumbo, Luigi Velpi, Nicola Peccheneda Oronzo Tiso Nicola Menzele , Vincenzo Cannizzaro, Vincenzo De Mita. Con molta probabilità tra questi nomi si nasconde l’autore delle nostre due interessanti e belle opere nate da prototipi di De Mura, rispettivamente oggi al Louvre di Parigi e Museo di Palazzo Reale a Torino
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