Auction archive: Lot number 71

Niccolò Tornioli? (Siena, 1606 ca

Estimate
Price realised:
n. a.
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Niccolò Tornioli? (Siena, 1606 ca

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Beschreibung:

Niccolò Tornioli? (Siena, 1606 ca. – Roma, 1651) MADDALENA PENITENTE CON UN ANGELO olio su tela, cm 97,5x127 REPENTANT MAGDALENE WITH AN ANGEL oil on canvas, cm 97,5x127 Il dipinto è corredato di expertise di Marco Ciampolini del 4 luglio 2021 che riconduce la tela alla produzione giovanile di Niccolò Tornioli “La tela in esame ritrae la Maddalena abbandonata a terra, stanca e malinconica, a cui un angelo porta un amorevole conforto. Si tratta di un episodio narrato dai vangeli apocrifi e relativo al periodo in cui la santa, già peccatrice, si era ritirata nel deserto come eremita, per dedicarsi alla meditazione e alla penitenza. Per comporre la scena il pittore si ispira al celebre Tancredi che battezza Clorinda di Sisto Badalocchio (Parma 1585-1647 ca.) nella Galleria Estense di Modena, come è stato puntualmente notato da Michele Danieli, in un post divulgato tramite internet (https://micheledanieli.wordpress.com/2018/09/13/cammuffare-sisto-badalocchio/). Un riferimento solo compositivo, tant’è che il brillante e variegato colorito del Badalocchio, è qui sostituito da una tavolozza compendiata nei toni. Una volontà di sintesi che si avverte anche nelle forme dei personaggi e nel disadorno paesaggio. Siamo lontani stilisticamente dalla pittura del Badalocchio e della sua cerchia e perfino dalla pittura emiliana. A mio avviso la tela costituisce una rara testimonianza della produzione giovanile di Niccolò Tornioli l’astro più luminoso uscito dalla bottega familiare dei Rustici. Come è stato notato il pittore usò spesso accostarsi a celebri opere della pittura emiliana, fin dalla sua prima opera nota la Crocifissione di San Niccolò in Sasso a Siena (1631) e per tutta la vita, tanto che per testamento (1651) Niccolò lasciò una sua Madonna “copia da Correggio”
al medico Francesco Ambrosino da Lucca (Roberto Cannatà, in Laboratorio di Restauro 2 , catalogo della mostra a cura di Dante Bernini con la collaborazione di Caterina Bon e Maria Grazia Bernardini, Roma, Palazzo Barberini, Galleria Nazionale d’Arte Antica, 30 marzo-30 giugno 1988, Roma, Fratelli Palombi Srl Editori, 1988, p. 177). Altre tappe importanti dell’accostamento di Tornioli ad archetipi della pittura emiliana sono costituite dalla Madonna con il Bambino , nel remenate dell’altare di San Gregorio Magno nella Cattedrale di Colle di Val d’Elsa, derivante da una incisione di Guido Reni e dalla serie delle quattro Sante Marie Maddalene distese ispirate alla perduta composizione di Correggio (Marco Ciampolini, Maestro e seguaci, inediti di Francesco Rustici Niccolò Tornioli Giovan Battista Giustammiani, Giovan Paolo Pisani, Ilario Casolani Stefano Volpi Girolamo Corsetti, Francesco Canini e una proposta per Giuseppe Casolani , in Francesco Rustici e il naturalismo a Siena , atti della Giornata di studi a cura di Marco Ciampolini, Pienza, Conservatorio di S. Carlo, 9 settembre 2017, in corso di pubblicazione). In queste ultime la struttura, con la santa assopita davanti a una boscaglia sulla sinistra e a un paesaggio sulla destra, è assai simile alla nostra, così come il diafano paesaggio sembra la naturale evoluzione di quello dell’opera in esame. Questa serie delle quattro Maddalene è da collocare negli anni quaranta del Seicento, essendo una di esse (quella della Galleria Spada) documentata al 1643, mentre quella in esame è di almeno dieci anni anteriore. Essa, infatti, è da collocare quando il Tornioli approfondisce lo studio dell’arte del maestro Francesco Rustici e delle sue fonti caravaggesche romane e classiciste bolognesi (Marco Ciampolini, Pittori Senesi del Seicento , Siena, Nuova Immagine Editrice, 2010, pp. 869-870). Così i toni lattei della Maddalena si uniformano a quelli gentileschiani tipici di Francesco Rustici detto il Rustichino (Siena 1592-1626) e il profilo dell’angelo ricorda quello della Sapienza nel dipinto di Francesco con questa allegoria e la Prudenza nella Collezione della Banca Monte dei Paschi di Siena. Al di là di cert

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Niccolò Tornioli? (Siena, 1606 ca. – Roma, 1651) MADDALENA PENITENTE CON UN ANGELO olio su tela, cm 97,5x127 REPENTANT MAGDALENE WITH AN ANGEL oil on canvas, cm 97,5x127 Il dipinto è corredato di expertise di Marco Ciampolini del 4 luglio 2021 che riconduce la tela alla produzione giovanile di Niccolò Tornioli “La tela in esame ritrae la Maddalena abbandonata a terra, stanca e malinconica, a cui un angelo porta un amorevole conforto. Si tratta di un episodio narrato dai vangeli apocrifi e relativo al periodo in cui la santa, già peccatrice, si era ritirata nel deserto come eremita, per dedicarsi alla meditazione e alla penitenza. Per comporre la scena il pittore si ispira al celebre Tancredi che battezza Clorinda di Sisto Badalocchio (Parma 1585-1647 ca.) nella Galleria Estense di Modena, come è stato puntualmente notato da Michele Danieli, in un post divulgato tramite internet (https://micheledanieli.wordpress.com/2018/09/13/cammuffare-sisto-badalocchio/). Un riferimento solo compositivo, tant’è che il brillante e variegato colorito del Badalocchio, è qui sostituito da una tavolozza compendiata nei toni. Una volontà di sintesi che si avverte anche nelle forme dei personaggi e nel disadorno paesaggio. Siamo lontani stilisticamente dalla pittura del Badalocchio e della sua cerchia e perfino dalla pittura emiliana. A mio avviso la tela costituisce una rara testimonianza della produzione giovanile di Niccolò Tornioli l’astro più luminoso uscito dalla bottega familiare dei Rustici. Come è stato notato il pittore usò spesso accostarsi a celebri opere della pittura emiliana, fin dalla sua prima opera nota la Crocifissione di San Niccolò in Sasso a Siena (1631) e per tutta la vita, tanto che per testamento (1651) Niccolò lasciò una sua Madonna “copia da Correggio”
al medico Francesco Ambrosino da Lucca (Roberto Cannatà, in Laboratorio di Restauro 2 , catalogo della mostra a cura di Dante Bernini con la collaborazione di Caterina Bon e Maria Grazia Bernardini, Roma, Palazzo Barberini, Galleria Nazionale d’Arte Antica, 30 marzo-30 giugno 1988, Roma, Fratelli Palombi Srl Editori, 1988, p. 177). Altre tappe importanti dell’accostamento di Tornioli ad archetipi della pittura emiliana sono costituite dalla Madonna con il Bambino , nel remenate dell’altare di San Gregorio Magno nella Cattedrale di Colle di Val d’Elsa, derivante da una incisione di Guido Reni e dalla serie delle quattro Sante Marie Maddalene distese ispirate alla perduta composizione di Correggio (Marco Ciampolini, Maestro e seguaci, inediti di Francesco Rustici Niccolò Tornioli Giovan Battista Giustammiani, Giovan Paolo Pisani, Ilario Casolani Stefano Volpi Girolamo Corsetti, Francesco Canini e una proposta per Giuseppe Casolani , in Francesco Rustici e il naturalismo a Siena , atti della Giornata di studi a cura di Marco Ciampolini, Pienza, Conservatorio di S. Carlo, 9 settembre 2017, in corso di pubblicazione). In queste ultime la struttura, con la santa assopita davanti a una boscaglia sulla sinistra e a un paesaggio sulla destra, è assai simile alla nostra, così come il diafano paesaggio sembra la naturale evoluzione di quello dell’opera in esame. Questa serie delle quattro Maddalene è da collocare negli anni quaranta del Seicento, essendo una di esse (quella della Galleria Spada) documentata al 1643, mentre quella in esame è di almeno dieci anni anteriore. Essa, infatti, è da collocare quando il Tornioli approfondisce lo studio dell’arte del maestro Francesco Rustici e delle sue fonti caravaggesche romane e classiciste bolognesi (Marco Ciampolini, Pittori Senesi del Seicento , Siena, Nuova Immagine Editrice, 2010, pp. 869-870). Così i toni lattei della Maddalena si uniformano a quelli gentileschiani tipici di Francesco Rustici detto il Rustichino (Siena 1592-1626) e il profilo dell’angelo ricorda quello della Sapienza nel dipinto di Francesco con questa allegoria e la Prudenza nella Collezione della Banca Monte dei Paschi di Siena. Al di là di cert

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