Zoroaster. Magorum qui a Zoroastre prodiere oracula [in greco]. Parigi: Federico Morello, 1595. In-4° (mm 257x145). Segnatura: A4. Pagine [1], 7, [1]. Marca tipografica xilografica al frontespizio. Due capilettera, testatina e finalino incisi su legno. Carte uniformemente brunite, bifolio centrale slegato. Brossura posteriore in carta caillouté. Rarissimo. Quarta edizione in greco di questi frammenti degli Oracoli Caldaici, la raccolta di rivelazioni sapienziali appartenenti alla tradizione misterica greco-romana un tempo attribuiti a Zoroastro e considerati la Bibbia del paganesimo. La stesura degli esametri viene oggi ricondotta a Giuliano il Teurgo in collaborazione con il padre, Giuliano il Caldaico. Giuliano il giovane visse e redasse l'opera durante il II secolo d. C, ai tempi di Marco Aurelio, e fu il primo a venire denominato teurgo, ovvero colui che evoca gli Dei e agisce su di loro. La lunga silloge degli Oracoli Caldaici, ispirata al Timeo di Platone, è pervenuta a noi solo attraverso fonti posteriori, per lo più neoplatoniche. Hoffmann III, 623.
Zoroaster. Magorum qui a Zoroastre prodiere oracula [in greco]. Parigi: Federico Morello, 1595. In-4° (mm 257x145). Segnatura: A4. Pagine [1], 7, [1]. Marca tipografica xilografica al frontespizio. Due capilettera, testatina e finalino incisi su legno. Carte uniformemente brunite, bifolio centrale slegato. Brossura posteriore in carta caillouté. Rarissimo. Quarta edizione in greco di questi frammenti degli Oracoli Caldaici, la raccolta di rivelazioni sapienziali appartenenti alla tradizione misterica greco-romana un tempo attribuiti a Zoroastro e considerati la Bibbia del paganesimo. La stesura degli esametri viene oggi ricondotta a Giuliano il Teurgo in collaborazione con il padre, Giuliano il Caldaico. Giuliano il giovane visse e redasse l'opera durante il II secolo d. C, ai tempi di Marco Aurelio, e fu il primo a venire denominato teurgo, ovvero colui che evoca gli Dei e agisce su di loro. La lunga silloge degli Oracoli Caldaici, ispirata al Timeo di Platone, è pervenuta a noi solo attraverso fonti posteriori, per lo più neoplatoniche. Hoffmann III, 623.
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