Angeluccio (attivo a Roma alla metà del XVII secolo) PAESAGGIO CON UN VIAGGIATORE ASSALITO DAI BRIGANTI olio su tela, cm 97X133 LANDSCAPE WITH BANDITS oil on canvas, cm 97x133 Bibliografia L. Salerno, Pittori di paesaggio del Seicento a Roma, II, Roma 1978, p. 480, fig. 78.1 Pubblicato da Luigi Salerno quando si trovava in una collezione romana, il dipinto qui presentato appartiene all’esiguo catalogo (circa venti dipinti e una trentina di disegni) attendibilmente riferiti al misterioso Angeluccio, citato da Lione Pascoli fra gli allievi di Claude Lorrain La fisionomia dell’artista, che per vari motivi si ritiene attivo a Roma tra il terzo e il sesto decennio del Seicento, è stata ricostruita da Marcel Röthlisberger, massimo studioso di Claudio di Lorena, dopo che Giuliano Briganti aveva riunito nel 1950 un nucleo di opere certe perché attribuite ad Angeluccio negli inventari della collezione del cardinal Flavio Chigi e ancora conservate presso i discendenti della famiglia. Tutti i paesaggi documentati o attribuibili all’artista romano per motivi stilistici sono caratterizzati dalla folta vegetazione, legata al modello di Herman Swanevelt più che a quello di Claude, in cui si apre una prospettiva a canocchiale la cui profondità è segnata da figure spesso dovute alla mano di pittori Bamboccianti, in particolare Jan Miel e Michelangelo Cerquozzi Fu soprattutto quest’ultimo a popolare con bellissime figure di dame e cavalieri, o di semplici borghesi in cerca di ristoro nella natura, i viali ombrosi e serpeggianti dei giardini di Angeluccio, mentre spetta al pittore fiammingo la scelta di temi legati alla caccia o al viaggio. Rimane invece sconosciuto l’autore delle figurine del paesaggio qui offerto, che per il soggetto – un viaggiatore assalito dai briganti - si lega ai temi favoriti di Pieter van Laer coltivati anche da Jan Miel
Angeluccio (attivo a Roma alla metà del XVII secolo) PAESAGGIO CON UN VIAGGIATORE ASSALITO DAI BRIGANTI olio su tela, cm 97X133 LANDSCAPE WITH BANDITS oil on canvas, cm 97x133 Bibliografia L. Salerno, Pittori di paesaggio del Seicento a Roma, II, Roma 1978, p. 480, fig. 78.1 Pubblicato da Luigi Salerno quando si trovava in una collezione romana, il dipinto qui presentato appartiene all’esiguo catalogo (circa venti dipinti e una trentina di disegni) attendibilmente riferiti al misterioso Angeluccio, citato da Lione Pascoli fra gli allievi di Claude Lorrain La fisionomia dell’artista, che per vari motivi si ritiene attivo a Roma tra il terzo e il sesto decennio del Seicento, è stata ricostruita da Marcel Röthlisberger, massimo studioso di Claudio di Lorena, dopo che Giuliano Briganti aveva riunito nel 1950 un nucleo di opere certe perché attribuite ad Angeluccio negli inventari della collezione del cardinal Flavio Chigi e ancora conservate presso i discendenti della famiglia. Tutti i paesaggi documentati o attribuibili all’artista romano per motivi stilistici sono caratterizzati dalla folta vegetazione, legata al modello di Herman Swanevelt più che a quello di Claude, in cui si apre una prospettiva a canocchiale la cui profondità è segnata da figure spesso dovute alla mano di pittori Bamboccianti, in particolare Jan Miel e Michelangelo Cerquozzi Fu soprattutto quest’ultimo a popolare con bellissime figure di dame e cavalieri, o di semplici borghesi in cerca di ristoro nella natura, i viali ombrosi e serpeggianti dei giardini di Angeluccio, mentre spetta al pittore fiammingo la scelta di temi legati alla caccia o al viaggio. Rimane invece sconosciuto l’autore delle figurine del paesaggio qui offerto, che per il soggetto – un viaggiatore assalito dai briganti - si lega ai temi favoriti di Pieter van Laer coltivati anche da Jan Miel
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