Beschreibung:

Cy Twombly Senza titolo Firmato Cy Twombly sul retro Olio, pastelli a cera, matite colorate, biro e grafite su carta cm 50x70 Eseguito nel 1962 Provenienza: Galleria La Tartaruga, Roma (come da timbro sul retro); Arco D'Alibert studio d'arte, Roma (come da etichetta sul retro); Dina Carola arte contemporanea, Napoli (come da etichetta sul retro); Collezione privata, Napoli Bibliografia: Nicola Del Roscio, Cy Twombly Drawings, Catalogue Raisonné Volume 3, 1961-1963, Edizione Schirmer/Mosel, Gagosian Gallery, numero 142 (illustrato) "Ogni linea è ora l’esperienza effettiva con la sua storia innata. Non illustra. E’ invece la sensazione della sua stessa realizzazione” . Così Cy Twombly sintetizza in maniera chiaramente esplicativa il proprio pensiero. Semplici ed eleganti segni grafici si fondono con essenziali tocchi di colore dando vita a effetti di intensa poesia: sono queste alcune delle caratteristiche più peculiari del linguaggio pittorico di Twombly di cui l’opera qui presentata (Senza titolo, 1962) - esposta alla Galleria La Tartaruga e allo studio d’arte Arco D’Alibert di Roma e pubblicata sul catalogo ragionato delle opere di Cy Twombly - ne è un’importante espressione. Nato nel 1928 a Lexington, Virginia, Edwin Parker Jr. Twombly, poi Cy, assimila pienamente la cultura artistica americana grazie alla vicinanza con Robert Rauschenberg John Cage e Jasper Johns ma sarà l’Italia, e Roma soprattutto, ad accoglierlo e a renderlo il grande Maestro che sarà. Stabilitosi definitivamente a Roma nel 1957 dopo un tour che gli farà attraversare il Nord Africa, la Spagna, la Francia, l’Egitto e la Grecia, Cy Twombly s’innamora della cultura classica e la reinterpreta esaltandone le ardenti passioni in primitivi gesti calligrafici. Con il suo originale e distintivo linguaggio, Twombly dà voce ad un lirismo fatto di segni che incide, decifra e crea codici contemporaneamente, esponendo nelle storiche gallerie italiane come la Galleria La Tartaruga di Roma, la Galleria del Cavallino di Venezia e quella del Naviglio a Milano e nelle più importanti gallerie internazionali, come la galleria di Leo Castelli a New York e la Galerie J a Parigi, in cui Pierre Restany, in occasione della mostra parigina nel 1961, così presentò il maestro statunitense: «Il suo grafismo è poesia, reportage, gesto furtivo, sfogo sessuale, scrittura automatica, affermazione di sé e anche rifiuto. Pieno d’ambiguità, come la vita stessa, catturato negli angoli dei muri, nei cortili di scuola, nei frontoni dei monumenti. Quando Twombly scrive, ed è qui il miracolo, non vi è sintassi né logica, ma un brivido dell’essere, un mormorio che va fino al fondo delle cose».