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Auction archive: Lot number 780

FRANCESCO LAURANA, Ritratto di aragonese, Busto in marmo

Auction 18.12.2021
18 Dec 2021
Opening
€20,000 - €30,000
ca. US$22,556 - US$33,835
Price realised:
n. a.
Auction archive: Lot number 780

FRANCESCO LAURANA, Ritratto di aragonese, Busto in marmo

Auction 18.12.2021
18 Dec 2021
Opening
€20,000 - €30,000
ca. US$22,556 - US$33,835
Price realised:
n. a.
Beschreibung:

FRANCESCO LAURANA (Vrana 1430 – Avignone 1502) Ritratto di giovane aragonese Busto in marmo della seconda metà del XV secolo Opera munita di attestato di libera circolazione e di expertise del professore Antonio Bellandi. Il percorso di raro fascino e complessità culturale di Francesco Laurana il celebre scultore dalmata nato nell’odierna Vrana (Aurana) vicino a Zara – un borgo della Dalmazia nel Quattrocento compreso nel dominio veneziano-, è attestato anche da questo inedito e affascinante busto di fanciullo (fig. 1-4), individuato da volumi tondeggianti e tratti essenziali scolpiti con particolare leggerezza ed uno spiccato intento astrattivo. Sono, infatti, questi i caratteri stilistici peculiari dello scultore che seppe coniugare, specialmente nei suoi ritratti femminili scolpiti durante il suo secondo soggiorno napoletano – il più fertile della sua carriera di ritrattista -, alcuni busti raffiguranti le principesse aragonesi che sembrano porsi in sintonia alla sintesi formale di Antonello da Messina e di Piero della Francesca. E fu proprio l’attività ritrattistica a qualificare l’attività dello scultore che ebbe un ruolo rilevante nella diffusione della cultura figurativa rinascimentale, come attesta anche il suo percorso biografico: attivo sin dalla metà del Quattrocento presso la corte aragonese di Napoli, dove è documentato per la prima volta nel 1453, quando come “Francesco da Zara”, insieme con altri maestri, ricevette il pagamento per i lavori all’Arco trionfale” di Castelnuovo, giunse successivamente, nel 1466, in Provenza, al servizio di Renato d’Angiò; dopo un secondo soggiorno napoletano, è attivo in Sicilia e poi nuovamente alla corte aragonese, finché si stabilì a Marsiglia ed Avignone, dove morì. I busti-ritratto, tagliati solitamente poco sotto le spalle, come l’esemplare qui indagato, costituiscono un genere rappresentativo del Quattrocento fiorentino e gli scultori che più contribuirono al suo sviluppo furono Donatello, Mino da Fiesole, Desiderio da Settignano, Antonio Rossellino e Benedetto da Maiano La loro funzione era quella di legittimare la nobiltà del tempo e, per questa ragione, tali opere venivano commissionate in particolare dalle famiglie aristocratiche e dell’alta borghesia mercantile. A Firenze, città dalla quale tale genere si diffuse nelle corti italiane, alla base della sua riscoperta ad opera degli artisti rammentanti ci fu il recupero della cultura classica, promosso dagli umanisti, la riscoperta del valore della individualità dell’uomo e lo studio dei busti romani collocati nella “domus”, a ricordare le virtù dei familiari defunti. Per tali ragioni, in queste opere, risalta l’estremo realismo delle fisionomie e un’acuta introspezione psicologica. Lo indicano lavori come il busto in terracotta dipinta dall’umanista Niccolò da Uzzano al Museo Nazionale del Bargello di Firenze, già riferito a Donatello ed oggi ritenuto di Desiderio da Settignano, il ritratto di Piero de’ Medici (1453) scolpito da Mino da Fiesole, sempre al Bargello, quello del medico Giovanni Chellini (1456) di Antonio Rossellino al Victoria and Alberto Museum di Londra, e del mercante fiorentino Pietro Mellini, alleato dei Medici, eseguito da Benedetto da Maiano anch’esso al Bargello. È dentro questa cultura figurativa che occorre discutere, per apprezzarne le sue qualità, il nostro busto (fig.1-4), probabilmente raffigurante un giovinetto della corte aragonese, elegantemente vestito alla moda con una tunica di velluto a larghe falde rifinita da un collarino, in buone condizioni di conservazione (la superficie del marmo si presenta in alcuni punti dilavata). Il volto dalla forma ovale, tenero, gentile, e nobile di questo giovane dall’espressione rarefatta, caratterizzato da arcate sopracciliari dalle quali gli occhi fissi restituiscono un’espressività quasi imperturbabile, è individuato da tratti essenziali, forme lisce e arrotondate: le palpebre rifilate conferiscono allo sguardo un’espressione di potente introspezion
cm 30 x 43 prof. cm 20 Categoria: Alta Epoca ASTA 102 Tornata: il 18/12/2021 alle ore 15:30

Auction archive: Lot number 780
Auction:
Datum:
18 Dec 2021
Auction house:
Benedetto Trionfante Casa d'aste S.R.L
Viale Regione Siciliana
4975 Palermo
Italy
info@astetrionfante.it
+39 091 6709962
+39 091 518606
Beschreibung:

FRANCESCO LAURANA (Vrana 1430 – Avignone 1502) Ritratto di giovane aragonese Busto in marmo della seconda metà del XV secolo Opera munita di attestato di libera circolazione e di expertise del professore Antonio Bellandi. Il percorso di raro fascino e complessità culturale di Francesco Laurana il celebre scultore dalmata nato nell’odierna Vrana (Aurana) vicino a Zara – un borgo della Dalmazia nel Quattrocento compreso nel dominio veneziano-, è attestato anche da questo inedito e affascinante busto di fanciullo (fig. 1-4), individuato da volumi tondeggianti e tratti essenziali scolpiti con particolare leggerezza ed uno spiccato intento astrattivo. Sono, infatti, questi i caratteri stilistici peculiari dello scultore che seppe coniugare, specialmente nei suoi ritratti femminili scolpiti durante il suo secondo soggiorno napoletano – il più fertile della sua carriera di ritrattista -, alcuni busti raffiguranti le principesse aragonesi che sembrano porsi in sintonia alla sintesi formale di Antonello da Messina e di Piero della Francesca. E fu proprio l’attività ritrattistica a qualificare l’attività dello scultore che ebbe un ruolo rilevante nella diffusione della cultura figurativa rinascimentale, come attesta anche il suo percorso biografico: attivo sin dalla metà del Quattrocento presso la corte aragonese di Napoli, dove è documentato per la prima volta nel 1453, quando come “Francesco da Zara”, insieme con altri maestri, ricevette il pagamento per i lavori all’Arco trionfale” di Castelnuovo, giunse successivamente, nel 1466, in Provenza, al servizio di Renato d’Angiò; dopo un secondo soggiorno napoletano, è attivo in Sicilia e poi nuovamente alla corte aragonese, finché si stabilì a Marsiglia ed Avignone, dove morì. I busti-ritratto, tagliati solitamente poco sotto le spalle, come l’esemplare qui indagato, costituiscono un genere rappresentativo del Quattrocento fiorentino e gli scultori che più contribuirono al suo sviluppo furono Donatello, Mino da Fiesole, Desiderio da Settignano, Antonio Rossellino e Benedetto da Maiano La loro funzione era quella di legittimare la nobiltà del tempo e, per questa ragione, tali opere venivano commissionate in particolare dalle famiglie aristocratiche e dell’alta borghesia mercantile. A Firenze, città dalla quale tale genere si diffuse nelle corti italiane, alla base della sua riscoperta ad opera degli artisti rammentanti ci fu il recupero della cultura classica, promosso dagli umanisti, la riscoperta del valore della individualità dell’uomo e lo studio dei busti romani collocati nella “domus”, a ricordare le virtù dei familiari defunti. Per tali ragioni, in queste opere, risalta l’estremo realismo delle fisionomie e un’acuta introspezione psicologica. Lo indicano lavori come il busto in terracotta dipinta dall’umanista Niccolò da Uzzano al Museo Nazionale del Bargello di Firenze, già riferito a Donatello ed oggi ritenuto di Desiderio da Settignano, il ritratto di Piero de’ Medici (1453) scolpito da Mino da Fiesole, sempre al Bargello, quello del medico Giovanni Chellini (1456) di Antonio Rossellino al Victoria and Alberto Museum di Londra, e del mercante fiorentino Pietro Mellini, alleato dei Medici, eseguito da Benedetto da Maiano anch’esso al Bargello. È dentro questa cultura figurativa che occorre discutere, per apprezzarne le sue qualità, il nostro busto (fig.1-4), probabilmente raffigurante un giovinetto della corte aragonese, elegantemente vestito alla moda con una tunica di velluto a larghe falde rifinita da un collarino, in buone condizioni di conservazione (la superficie del marmo si presenta in alcuni punti dilavata). Il volto dalla forma ovale, tenero, gentile, e nobile di questo giovane dall’espressione rarefatta, caratterizzato da arcate sopracciliari dalle quali gli occhi fissi restituiscono un’espressività quasi imperturbabile, è individuato da tratti essenziali, forme lisce e arrotondate: le palpebre rifilate conferiscono allo sguardo un’espressione di potente introspezion
cm 30 x 43 prof. cm 20 Categoria: Alta Epoca ASTA 102 Tornata: il 18/12/2021 alle ore 15:30

Auction archive: Lot number 780
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Datum:
18 Dec 2021
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