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Auction archive: Lot number 1265

Importante e raro comò Luigi XV a due cassetti, Genova 1760-1770

Estimate
€70,000 - €80,000
ca. US$75,592 - US$86,391
Price realised:
€86,000
ca. US$92,870
Auction archive: Lot number 1265

Importante e raro comò Luigi XV a due cassetti, Genova 1760-1770

Estimate
€70,000 - €80,000
ca. US$75,592 - US$86,391
Price realised:
€86,000
ca. US$92,870
Beschreibung:

Importante e raro comò Luigi XV a due cassetti, Genova 1760-1770 interamente impiallacciato in bois de rose ed intarsiato su fronte e fianchi con il motivo del quadrifoglio in violetto. Finiture e montature in bronzo e rame dorato, piano in broccatello di Spagna, cm 124x63x96 “Si tratta di un comò a due cassetti di gusto Luigi XV, databile stilisticamente al momento estremo del Barocchetto nel decennio 1760-1770, con piano in broccatello di Spagna e montature in bronzo e rame dorato. Non comune è l’utilizzo del bois de rose per il fondo dell’impiallacciatura, su cui spiccano gli intarsi dei quadrifogli e cuori in violetto, inseriti con straordinaria maestria sul fronte e sui fianchi. La struttura e gli interni sono interamente costruiti in pioppo gatterino (Populus canescens) dalla sfumatura rosata, che assicurava perfetta stabilità nel tempo senza fenditure. Il mobile conserva le ni- ture originali in rame sbalzato e dorato al centro del cassetto inferiore, sugli spigoli frontali e posteriori. Le maniglie, di grande qualità, in bronzo cesellato e dorato, sono applicate al mobile – come molto raramente accade a Genova – con viti secondo l’uso francese, invece degli usuali perni passanti saldati. Ma quello che rende veramente uni- co questo mobile è il movimento a onda del fianco, reso con eleganza e grande capacità tecnica. La linea a muro del montante posteriore presenta una leggera bombatura, come avviene solo in altri quattro o cinque comò genovesi noti. Curioso notare che, in questo caso e in altri due di questo gruppo, la struttura è rifinita nella schiena e sotto il marmo con la tempera rosa, che con una certa frequenza si trova sui mobili genovesi del Settecento e tanto ha fatto discutere antiquari e restauratori se dovesse essere considerata una finitura originale dell’epoca o pratica igienica ottocentesca. È evidente che l’ideatore di questo mobile ha voluto andare oltre i modelli tipici dell’ebanisteria genovese, ispirandosi forse a commode parigine che sappiamo essere state presenti nelle dimore del patriziato genovese di più alto rango. Si tratta quindi certamente di una personalità ambiziosa e di altissima capacità tecnica, di cui purtroppo al momento attuale non è possibile individuare con certezza il nome. Tra quelli noti, deve essere escluso Gaetano Bertora, della cui bottega conosciamo ormai con sufficiente chiarezza caratteristiche tecniche e stilistiche, non compatibili con queste. Poiché è difficile pensare a un terzo artigiano attualmente sconosciuto di tale capacità tecnica che abbia prodotto pochi mobili, è invece possibile – ipotesi tutta da veri care – che possa essere opera di Andrea Torrazza, che sappiamo aver pagato la buona entrata dell’Arte dei Bancalari nel 1759. Del Torrazza conosciamo attualmente tre opere firmate compatibili per qualità esecutiva, ma purtroppo di una tipologia che non consente facilmente paragoni tecnico-stilistici. Si tratta comunque, almeno in due casi, una piccola libreria portatile e un tavolo da gioco meccanico, di mobiletti che testimoniano la sua ricerca dell’insolito e della qualità estrema. Oltre al piccolo gruppo dei citati comò con i montanti posteriori sagomati, due passati storicamente sul mercato antiquario e due altri inediti in collezioni private, ognuno con caratteristiche e invenzioni particolari che lo differenziano dalla produzione comune ma anche dagli altri del gruppo, il comò di Cambi è vicinissimo per qualità, caratteristiche tecniche di costruzione e stilistiche al set composto da trumeau, comò e comodino in collezione privata, proveniente dal Palazzo Doria di Strada Nuova. Oltre a elementi tecnici della falegnameria, identica è la soluzione degli intarsi in violetto su base in bois de rose, identico il disegno e la disposizione dei quadrifogli e dei cuori sul fronte e sui fianchi, identiche le rare mani- glie di gusto francese fissate anche in questo caso con viti e non con perni. Ma quello che rende veramente sorprendente il confronto è la vicinanz

Auction archive: Lot number 1265
Auction:
Datum:
17 Nov 2016
Auction house:
Cambi Casa d'Aste
Castello Mackenzie Mura di san Bartolomeo 16c 16
16122 Genova
Italy
info@cambiaste.com
+39 010 8395029
+39 010 879482
Beschreibung:

Importante e raro comò Luigi XV a due cassetti, Genova 1760-1770 interamente impiallacciato in bois de rose ed intarsiato su fronte e fianchi con il motivo del quadrifoglio in violetto. Finiture e montature in bronzo e rame dorato, piano in broccatello di Spagna, cm 124x63x96 “Si tratta di un comò a due cassetti di gusto Luigi XV, databile stilisticamente al momento estremo del Barocchetto nel decennio 1760-1770, con piano in broccatello di Spagna e montature in bronzo e rame dorato. Non comune è l’utilizzo del bois de rose per il fondo dell’impiallacciatura, su cui spiccano gli intarsi dei quadrifogli e cuori in violetto, inseriti con straordinaria maestria sul fronte e sui fianchi. La struttura e gli interni sono interamente costruiti in pioppo gatterino (Populus canescens) dalla sfumatura rosata, che assicurava perfetta stabilità nel tempo senza fenditure. Il mobile conserva le ni- ture originali in rame sbalzato e dorato al centro del cassetto inferiore, sugli spigoli frontali e posteriori. Le maniglie, di grande qualità, in bronzo cesellato e dorato, sono applicate al mobile – come molto raramente accade a Genova – con viti secondo l’uso francese, invece degli usuali perni passanti saldati. Ma quello che rende veramente uni- co questo mobile è il movimento a onda del fianco, reso con eleganza e grande capacità tecnica. La linea a muro del montante posteriore presenta una leggera bombatura, come avviene solo in altri quattro o cinque comò genovesi noti. Curioso notare che, in questo caso e in altri due di questo gruppo, la struttura è rifinita nella schiena e sotto il marmo con la tempera rosa, che con una certa frequenza si trova sui mobili genovesi del Settecento e tanto ha fatto discutere antiquari e restauratori se dovesse essere considerata una finitura originale dell’epoca o pratica igienica ottocentesca. È evidente che l’ideatore di questo mobile ha voluto andare oltre i modelli tipici dell’ebanisteria genovese, ispirandosi forse a commode parigine che sappiamo essere state presenti nelle dimore del patriziato genovese di più alto rango. Si tratta quindi certamente di una personalità ambiziosa e di altissima capacità tecnica, di cui purtroppo al momento attuale non è possibile individuare con certezza il nome. Tra quelli noti, deve essere escluso Gaetano Bertora, della cui bottega conosciamo ormai con sufficiente chiarezza caratteristiche tecniche e stilistiche, non compatibili con queste. Poiché è difficile pensare a un terzo artigiano attualmente sconosciuto di tale capacità tecnica che abbia prodotto pochi mobili, è invece possibile – ipotesi tutta da veri care – che possa essere opera di Andrea Torrazza, che sappiamo aver pagato la buona entrata dell’Arte dei Bancalari nel 1759. Del Torrazza conosciamo attualmente tre opere firmate compatibili per qualità esecutiva, ma purtroppo di una tipologia che non consente facilmente paragoni tecnico-stilistici. Si tratta comunque, almeno in due casi, una piccola libreria portatile e un tavolo da gioco meccanico, di mobiletti che testimoniano la sua ricerca dell’insolito e della qualità estrema. Oltre al piccolo gruppo dei citati comò con i montanti posteriori sagomati, due passati storicamente sul mercato antiquario e due altri inediti in collezioni private, ognuno con caratteristiche e invenzioni particolari che lo differenziano dalla produzione comune ma anche dagli altri del gruppo, il comò di Cambi è vicinissimo per qualità, caratteristiche tecniche di costruzione e stilistiche al set composto da trumeau, comò e comodino in collezione privata, proveniente dal Palazzo Doria di Strada Nuova. Oltre a elementi tecnici della falegnameria, identica è la soluzione degli intarsi in violetto su base in bois de rose, identico il disegno e la disposizione dei quadrifogli e dei cuori sul fronte e sui fianchi, identiche le rare mani- glie di gusto francese fissate anche in questo caso con viti e non con perni. Ma quello che rende veramente sorprendente il confronto è la vicinanz

Auction archive: Lot number 1265
Auction:
Datum:
17 Nov 2016
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Cambi Casa d'Aste
Castello Mackenzie Mura di san Bartolomeo 16c 16
16122 Genova
Italy
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