in porcellana bianca, dorata e policroma. Napoli, Real Fabbrica di Capodimonte, circa 1750, marca giglio in azzurro, la tazza h. cm. 6,5; il piatto d. cm. 12. Prov.: già raccolta duca di Girasole. Bibl.: G. Morazzoni, Le porcellane italiane, Milano-Roma MCMXXXV-XIII, tav. LI b. Sia nella tazza larga con manico a spigoli vivi, ispirato ai primi manici barocchi di Meissen, sia nel piatto è rappresentata una scena di battaglia fra turchi e cristiani attribuibile a Giovanni Caselli Le scene ben definite da cornici dorate sono rese nei toni predominanti del rosso, violetto, azzurro e verde: una moltitudine di soldati in lotta, alcuni in arme, altri caduti a terra, altri in groppa a cavalli rampanti e altri con vessilli e schierati in lontananza, si muovono su un campo erboso. Il tutto realizzato con dovizia di particolari ottenuta grazie alla tecnica della puntinatura. Caselli sembra essere stato fra i pochi pittori che si dedicarono a decori di battaglie, oltre a sua figlia Maria e ai Della Torre. Iconograficamente ispirato alla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso attraverso le incisioni di Antonio Tempesta il tema delle battaglie risale al 1744, quando il pittore Giovanni Caselli il 30 settembre, annunciò di aver iniziato a miniare il giuoco dipinto a battaglie (C. Minieri Riccio, Delle porcellane della Real Fabbrica di Napoli, delle vendite fattene e delle loro tariffe, Memoria letta allAccademia Pontaniana nella tornata del 7 aprile 1878, Napoli 1878, [d] p. 11). Probabilmente il Caselli si riferiva al celeberrimo servito realizzato dalla manifattura di Capodimonte attualmente conservato al Victoria & Albert Museum di Londra: da qui nacque il genere a scene di battaglia e di caccia che riscontrò enorme successo presso la clientela della fabbrica.
in porcellana bianca, dorata e policroma. Napoli, Real Fabbrica di Capodimonte, circa 1750, marca giglio in azzurro, la tazza h. cm. 6,5; il piatto d. cm. 12. Prov.: già raccolta duca di Girasole. Bibl.: G. Morazzoni, Le porcellane italiane, Milano-Roma MCMXXXV-XIII, tav. LI b. Sia nella tazza larga con manico a spigoli vivi, ispirato ai primi manici barocchi di Meissen, sia nel piatto è rappresentata una scena di battaglia fra turchi e cristiani attribuibile a Giovanni Caselli Le scene ben definite da cornici dorate sono rese nei toni predominanti del rosso, violetto, azzurro e verde: una moltitudine di soldati in lotta, alcuni in arme, altri caduti a terra, altri in groppa a cavalli rampanti e altri con vessilli e schierati in lontananza, si muovono su un campo erboso. Il tutto realizzato con dovizia di particolari ottenuta grazie alla tecnica della puntinatura. Caselli sembra essere stato fra i pochi pittori che si dedicarono a decori di battaglie, oltre a sua figlia Maria e ai Della Torre. Iconograficamente ispirato alla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso attraverso le incisioni di Antonio Tempesta il tema delle battaglie risale al 1744, quando il pittore Giovanni Caselli il 30 settembre, annunciò di aver iniziato a miniare il giuoco dipinto a battaglie (C. Minieri Riccio, Delle porcellane della Real Fabbrica di Napoli, delle vendite fattene e delle loro tariffe, Memoria letta allAccademia Pontaniana nella tornata del 7 aprile 1878, Napoli 1878, [d] p. 11). Probabilmente il Caselli si riferiva al celeberrimo servito realizzato dalla manifattura di Capodimonte attualmente conservato al Victoria & Albert Museum di Londra: da qui nacque il genere a scene di battaglia e di caccia che riscontrò enorme successo presso la clientela della fabbrica.
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