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Auction archive: Lot number 1352

SALVATOR ROSA

Estimate
€8,000 - €12,000
ca. US$8,879 - US$13,319
Price realised:
n. a.
Auction archive: Lot number 1352

SALVATOR ROSA

Estimate
€8,000 - €12,000
ca. US$8,879 - US$13,319
Price realised:
n. a.
Beschreibung:

(Napoli, 1615 - Roma, 1673) Scena di battaglia Olio su tela, cm 61X50
Bibliografia: L. Salerno, 'Tutta l'opera di Salvator Rosa', Milano 1975 n. 92 C. Volpi, 'Salvator Rosa (1615-1673), pittore famoso', Roma 2014, p. 448, n. 113 (senza fotografia) Salvator Rosa nasce a Napoli, acquisisce una solida istruzione e nel 1629 lo troviamo iscritto come novizio alle Scuole Pie di Padre Calasanzio che lascia nel 1631 per seguitare la propria formazione artistica con l'ancor giovane Francesco Fracanzano (Monopoli, 1612 - Napoli, 1656). Il sodalizio con il pittore pugliese, la cui collaborazione con Giuseppe Ribera è ampliamente documentata, sarà fondamentale e gli offrirà l'occasione di frequentare non solo l'atelier del celebre artista d'origine iberica ma anche i più progrediti cenacoli intellettuali dell'epoca. Rimarcare allora la napoletanità di Rosa non significa solo avvalorare un fatto biografico, ma contraddistinguerne il carattere e insieme lo svolgimento di una precisa linea stilistica e culturale. La tela in esame, ricondotta al pittore da Luigi Salerno, si include al catalogo giovanile, ai primi anni quaranta, quando è attestata la sua presenza a Firenze. Caterina Volpi infatti, data la tela tra il 1641 e il 1644, sottolineandone il carattere sperimentale per l'inusuale impostazione scenica, con il punto di vista molto ravvicinato e i protagonisti come se 'travalicassero i limiti del quadro' verso l'osservatore. Questo aspetto di ricerca compositiva è altresì interessante perché è noto il contributo della scuola napoletana al genere della battaglia. I nomi di Aniello Falcone e Andrea da Lione compongono le note di una vicenda che segnerà tutto il XVII secolo e Salvator Rosa che fu allievo di Falcone, nella tela in esame attesta non solo la propria autonomia inventiva, ma altresì una spregiudicatezza intellettuale capace di affrancarsi dalla tradizione, spingendosi a ideare nuovi concetti illustrativi nell'ambito di una tematica che appariva oramai codificata. Scorrendo il catalogo dell'artista vediamo che questa fantasia narrativa sarà utilizzata per raffigurare la 'Fondazione di Tebe', custodita al Museo di Copenaghen (G. Swoboda, in 'Salvator Rosa tra mito e magia', pp. 154-155, n. 33), ma una simile impostazione si coglie anche in altri brani bellici in cui Rosa sembra approfondire gli aspetti drammatici, quasi a parteciparvi emotivamente per esaltarne la tragica teatralità. A ben vedere risiede in questa propensione espressiva il filo conduttore della creatività rosiana, propensione che colse assai bene Filippo Baldinucci attribuendo al napoletano una sorta di primato inventivo rispetto a Jacques Courtois nel genere battagliastico (Baldinucci, 1681-1728, V, p. 441). A questo proposito il corpus grafico di Rosa documenta lo sforzo nell'ideare nuove scene di combattimento e non a caso nel 1642 licenzierà la grande battaglia per Ferdinando II de' Medici (Volpi 2014, p. 423, n. 76) e nel 1645 la tela di Vienna (Volpi 2014, p. 464, n. 139), opere che decretano la fama e la supremazia raggiunta dal pittore. Bibliografia di riferimento: F. Baldinucci, 'Notizie de' professori del disegno da Cimabue in qua ..., Firenze, 1681-1728', Roma 1976, ad vocem G. Sestieri, 'I Pittori di battaglie', Roma 1998, pp. 442-453 C. Volpi, 'Salvator Rosa, note in margine alla formazione a Napoli', in 'Salvator Rosa e il suo tempo 1615-1673', a cura di S. Ebert-Schifferer, H. Langdon, C. Volpi, Roma 2010, ad vocem V. Farina, 'Due aggiunte alla maturità del maestro', in 'Il Giovane Salvator Rosa 1635-1640 circa,' Napoli 2010, pp. 119-127 C. Volpi, 'Filosofo nel dipingere. Salvator Rosa tra Roma e Firenze (1639-1659)', in 'Salvator Rosa tra mito e magia', catalogo della mostra a cura di N. Spinosa, Napoli 2008, pp. 28-46 S. Ebert-Schifferer, 'Il Teatro filosofico delle vanità le iconografie di Salvator Rosa', in 'Salvator Rosa tra mito e magia', catalogo della mostra a cura di N. Spinosa, Napoli 2008, pp. 70-71

Auction archive: Lot number 1352
Auction:
Datum:
3 Mar 2016
Auction house:
Wannenes
Piazza Campetto 2
Palazzo del Melograno
16123 Genoa
Italy
info@wannenesgroup.com
+ 39 010 2530097
+39 010 2517767
Beschreibung:

(Napoli, 1615 - Roma, 1673) Scena di battaglia Olio su tela, cm 61X50
Bibliografia: L. Salerno, 'Tutta l'opera di Salvator Rosa', Milano 1975 n. 92 C. Volpi, 'Salvator Rosa (1615-1673), pittore famoso', Roma 2014, p. 448, n. 113 (senza fotografia) Salvator Rosa nasce a Napoli, acquisisce una solida istruzione e nel 1629 lo troviamo iscritto come novizio alle Scuole Pie di Padre Calasanzio che lascia nel 1631 per seguitare la propria formazione artistica con l'ancor giovane Francesco Fracanzano (Monopoli, 1612 - Napoli, 1656). Il sodalizio con il pittore pugliese, la cui collaborazione con Giuseppe Ribera è ampliamente documentata, sarà fondamentale e gli offrirà l'occasione di frequentare non solo l'atelier del celebre artista d'origine iberica ma anche i più progrediti cenacoli intellettuali dell'epoca. Rimarcare allora la napoletanità di Rosa non significa solo avvalorare un fatto biografico, ma contraddistinguerne il carattere e insieme lo svolgimento di una precisa linea stilistica e culturale. La tela in esame, ricondotta al pittore da Luigi Salerno, si include al catalogo giovanile, ai primi anni quaranta, quando è attestata la sua presenza a Firenze. Caterina Volpi infatti, data la tela tra il 1641 e il 1644, sottolineandone il carattere sperimentale per l'inusuale impostazione scenica, con il punto di vista molto ravvicinato e i protagonisti come se 'travalicassero i limiti del quadro' verso l'osservatore. Questo aspetto di ricerca compositiva è altresì interessante perché è noto il contributo della scuola napoletana al genere della battaglia. I nomi di Aniello Falcone e Andrea da Lione compongono le note di una vicenda che segnerà tutto il XVII secolo e Salvator Rosa che fu allievo di Falcone, nella tela in esame attesta non solo la propria autonomia inventiva, ma altresì una spregiudicatezza intellettuale capace di affrancarsi dalla tradizione, spingendosi a ideare nuovi concetti illustrativi nell'ambito di una tematica che appariva oramai codificata. Scorrendo il catalogo dell'artista vediamo che questa fantasia narrativa sarà utilizzata per raffigurare la 'Fondazione di Tebe', custodita al Museo di Copenaghen (G. Swoboda, in 'Salvator Rosa tra mito e magia', pp. 154-155, n. 33), ma una simile impostazione si coglie anche in altri brani bellici in cui Rosa sembra approfondire gli aspetti drammatici, quasi a parteciparvi emotivamente per esaltarne la tragica teatralità. A ben vedere risiede in questa propensione espressiva il filo conduttore della creatività rosiana, propensione che colse assai bene Filippo Baldinucci attribuendo al napoletano una sorta di primato inventivo rispetto a Jacques Courtois nel genere battagliastico (Baldinucci, 1681-1728, V, p. 441). A questo proposito il corpus grafico di Rosa documenta lo sforzo nell'ideare nuove scene di combattimento e non a caso nel 1642 licenzierà la grande battaglia per Ferdinando II de' Medici (Volpi 2014, p. 423, n. 76) e nel 1645 la tela di Vienna (Volpi 2014, p. 464, n. 139), opere che decretano la fama e la supremazia raggiunta dal pittore. Bibliografia di riferimento: F. Baldinucci, 'Notizie de' professori del disegno da Cimabue in qua ..., Firenze, 1681-1728', Roma 1976, ad vocem G. Sestieri, 'I Pittori di battaglie', Roma 1998, pp. 442-453 C. Volpi, 'Salvator Rosa, note in margine alla formazione a Napoli', in 'Salvator Rosa e il suo tempo 1615-1673', a cura di S. Ebert-Schifferer, H. Langdon, C. Volpi, Roma 2010, ad vocem V. Farina, 'Due aggiunte alla maturità del maestro', in 'Il Giovane Salvator Rosa 1635-1640 circa,' Napoli 2010, pp. 119-127 C. Volpi, 'Filosofo nel dipingere. Salvator Rosa tra Roma e Firenze (1639-1659)', in 'Salvator Rosa tra mito e magia', catalogo della mostra a cura di N. Spinosa, Napoli 2008, pp. 28-46 S. Ebert-Schifferer, 'Il Teatro filosofico delle vanità le iconografie di Salvator Rosa', in 'Salvator Rosa tra mito e magia', catalogo della mostra a cura di N. Spinosa, Napoli 2008, pp. 70-71

Auction archive: Lot number 1352
Auction:
Datum:
3 Mar 2016
Auction house:
Wannenes
Piazza Campetto 2
Palazzo del Melograno
16123 Genoa
Italy
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+ 39 010 2530097
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