D'ANNUNZIO, Gabriele. Importante manoscritto autografo firmato dell'articolo L'abbazia abbandonata : sedici pagine 8o numerate, pronte per la stampa (rari ripensamenti e correzioni, di altre due mani indicazioni per il tipografo, a lapis azzurro e a penna), dedicato a Pasquale Villari: Più di dieci anni fa, nell'adolescenza lontana, vidi per la prima volta l'abbazia di S. Clemente a Casauria. Mi parve, al primo sguardo, una rovina. Tutto il suolo in torno era ingombro di macerie e di sterpi; frammenti di pietra scolpita erano ammucchiati contro i pilastri; da tutte le fenditure pendevano erbe selvagge; costruzioni recenti, di mattone e di calce, chiudevano le ampie aperture delle arcate di fianco; le porte cadevano. E una compagnia di pellegrini meriggiava nell'atrio bestialmente, sotto il nobilissimo portico eretto dal magnifico Leonate. Ma quei tre archi, intatti, sorgevano di su i capitelli diversi con un'eleganza così altera e il sole di settembre dava a quella dolce pietra bionda un'apparenza così preziosa che mi sentii subitamente d'essere al cospetto d'una sovrana Bellezza [...] io non ero che un passeggere; e la cosa bella rimaneva perduta in quella solitudine, pericolante, sotto una continua minaccia, condannata forse a scomparire. Bisognava salvarla, ad ogni costo, senza indugio [...] E pure per la lentezza a punto e per la incuranza e anche per la ignoranza ministeriali, la Basilica è ancora in pericolo. Di recente, il Ministro dell'Istruzione Pubblica (ed è Pasquale Villari!) ha dichiarato di non voler dare né pure una minima somma per l'esecuzione di restauri urgentissimi già da tempo approvati [...] Una tale incuranza è delittuosa. Non si può scusare che con l'ignoranza , ecc. ecc. ecc.
D'ANNUNZIO, Gabriele. Importante manoscritto autografo firmato dell'articolo L'abbazia abbandonata : sedici pagine 8o numerate, pronte per la stampa (rari ripensamenti e correzioni, di altre due mani indicazioni per il tipografo, a lapis azzurro e a penna), dedicato a Pasquale Villari: Più di dieci anni fa, nell'adolescenza lontana, vidi per la prima volta l'abbazia di S. Clemente a Casauria. Mi parve, al primo sguardo, una rovina. Tutto il suolo in torno era ingombro di macerie e di sterpi; frammenti di pietra scolpita erano ammucchiati contro i pilastri; da tutte le fenditure pendevano erbe selvagge; costruzioni recenti, di mattone e di calce, chiudevano le ampie aperture delle arcate di fianco; le porte cadevano. E una compagnia di pellegrini meriggiava nell'atrio bestialmente, sotto il nobilissimo portico eretto dal magnifico Leonate. Ma quei tre archi, intatti, sorgevano di su i capitelli diversi con un'eleganza così altera e il sole di settembre dava a quella dolce pietra bionda un'apparenza così preziosa che mi sentii subitamente d'essere al cospetto d'una sovrana Bellezza [...] io non ero che un passeggere; e la cosa bella rimaneva perduta in quella solitudine, pericolante, sotto una continua minaccia, condannata forse a scomparire. Bisognava salvarla, ad ogni costo, senza indugio [...] E pure per la lentezza a punto e per la incuranza e anche per la ignoranza ministeriali, la Basilica è ancora in pericolo. Di recente, il Ministro dell'Istruzione Pubblica (ed è Pasquale Villari!) ha dichiarato di non voler dare né pure una minima somma per l'esecuzione di restauri urgentissimi già da tempo approvati [...] Una tale incuranza è delittuosa. Non si può scusare che con l'ignoranza , ecc. ecc. ecc.
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