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Auction archive: Lot number 111

Paolo de Matteis - Domenico Brandi Caccia all'orso

Estimate
€12,000 - €18,000
ca. US$12,883 - US$19,324
Price realised:
n. a.
Auction archive: Lot number 111

Paolo de Matteis - Domenico Brandi Caccia all'orso

Estimate
€12,000 - €18,000
ca. US$12,883 - US$19,324
Price realised:
n. a.
Beschreibung:

Paolo de Matteis - Domenico Brandi Caccia all'orso olio su tela cm 125x100 Riconosciuto come un lavoro di Paolo de Matteis e di Domenico Brandi dal prof. Riccardo Lattuada in seguito ad un’ispezione dal vero e dal dott. Giuseppe Napoletano sulla base di una fotografia, il dipinto in discussione rappresenta una scena di caccia liberamente ispirata alle composizioni di soggetto analogo di Antonio Tempesta tra le quali si segnalano per eventuali confronti almeno quelle presso il Muzeul National Brukenthal di Sibiu e la Greyhound Gallery. La produzione di Tempesta, conosciuta mediante molte stampe apparse tra la fine del Cinquecento e i primi decenni del Seicento, catalizzò l’interesse di de Matteis in altri due quadri raffiguranti ‘Episodi dell’Orlando Furioso’, già Mercato antiquario, (Cfr. N. Spinosa, Pittura napoletana del Settecento, Napoli 1986, ed. cons. Napoli 1999, p. 254, fig. 138, n. 117), le cui parti figurative possono essere agevolmente paragonate ai vivaci personaggi impegnati nella cattura degli orsi, mentre tipico di Brandi è il realismo dei feroci animali e degli impavidi segugi che li braccano in un luminoso paesaggio chiuso a sinistra da un imponente arco naturale. Come in un dipinto di Salvator Rosa una folta vegetazione selvaggia costituita da arbusti sconquassati dal vento e da tronchi recisi ricopre questo ammasso rupestre dall’aspetto frastagliato, posto a fungere da scenografica quinta ambientale agli episodi animati da minute figure raggruppate in spazi scanditi da molteplici piani inclinati, da cui emerge ancora una volta la lettura dell’opera di Tempesta. Nel cavaliere a sinistra si potrebbe leggere un richiamo a modelli ricorrenti in molte battaglie di Aniello Falcone (su cui pure la grafica di Tempesta esercitò un ruolo non trascurabile); tuttavia, de Matteis ne riformula le immagini con il suo caratteristico linguaggio settecentesco basato sull’impiego di soluzioni formali tendenti a conciliare le coeve declinazioni del classicismo romano con una sensibilità pittorica tardo barocca, per la scioltezza della pennellata e il cromatismo ereditato da Luca Giordano Propri di de Matteis sono perfino l’abito del cavaliere, il modo in cui è rifinito e l’accostamento dei suoi colori: il verde per descrivere la calzamaglia fermata sopra i caratteristici sandali, l’azzurro per la casacca e il rosso carminio per il mantello. I rapporti professionali tra Brandi e de Matteis sono documentati non solo dal presente dipinto, ma da altri quadri nati dalla loro collaborazione che furono ricordati negli antichi cataloghi delle più prestigiose raccolte partenopee. Oltre a testimoniare il successo riscosso dai pittori presso la committenza del tempo nella trattazione di questo genere artistico, tali inventari ne attestano la fortuna settecentesca a Napoli ed evidenziano che spesso entrambi parteciparono all’elaborazione di soggetti veterotestamentari e di grandi pastorali, tra cui spicca una monumentale ‘Scena campestre’ in collezione privata a Napoli proveniente dalla raccolta del conte Aloys Thomas Raimund von Harrach, viceré sotto la dominazione austriaca dal 9 dicembre 1728 al 12 giugno 1733. La cooperazione di specialisti attivi in differenti generi pittorici coinvolse svariati artisti attivi a Napoli tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento. Sebbene avesse radici antiche, tale attitudine sviluppò una consuetudine prettamente romana introdotta da Luca Giordano con la serie di dipinti commissionatagli dal Marchese del Carpio per la festa del Corpus Domini del 1687. Pur dipingendo molti quadri, in quell’occasione Giordano si riservò soprattutto il ruolo di coordinatore degli interventi di Abraham Bruguel, Giovan Battista Ruoppolo, Giuseppe Recco Francesco della Quosta per le nature morte e le parti di genere, mentre Paolo de Matteis e Nicola Vaccaro furono reclutati come pittori di figure. L’eredità di Giordano si rivelò fondamentale specialmente per coloro che ebbero la possibilità di aderire a qu

Auction archive: Lot number 111
Auction:
Datum:
29 Nov 2015
Auction house:
Casa d'Aste Blindarte
Via Caio Duilio 4d/10
80125 Napoli
Italy
info@blindarte.com
+39 081 2395261
+39 081 5935042
Beschreibung:

Paolo de Matteis - Domenico Brandi Caccia all'orso olio su tela cm 125x100 Riconosciuto come un lavoro di Paolo de Matteis e di Domenico Brandi dal prof. Riccardo Lattuada in seguito ad un’ispezione dal vero e dal dott. Giuseppe Napoletano sulla base di una fotografia, il dipinto in discussione rappresenta una scena di caccia liberamente ispirata alle composizioni di soggetto analogo di Antonio Tempesta tra le quali si segnalano per eventuali confronti almeno quelle presso il Muzeul National Brukenthal di Sibiu e la Greyhound Gallery. La produzione di Tempesta, conosciuta mediante molte stampe apparse tra la fine del Cinquecento e i primi decenni del Seicento, catalizzò l’interesse di de Matteis in altri due quadri raffiguranti ‘Episodi dell’Orlando Furioso’, già Mercato antiquario, (Cfr. N. Spinosa, Pittura napoletana del Settecento, Napoli 1986, ed. cons. Napoli 1999, p. 254, fig. 138, n. 117), le cui parti figurative possono essere agevolmente paragonate ai vivaci personaggi impegnati nella cattura degli orsi, mentre tipico di Brandi è il realismo dei feroci animali e degli impavidi segugi che li braccano in un luminoso paesaggio chiuso a sinistra da un imponente arco naturale. Come in un dipinto di Salvator Rosa una folta vegetazione selvaggia costituita da arbusti sconquassati dal vento e da tronchi recisi ricopre questo ammasso rupestre dall’aspetto frastagliato, posto a fungere da scenografica quinta ambientale agli episodi animati da minute figure raggruppate in spazi scanditi da molteplici piani inclinati, da cui emerge ancora una volta la lettura dell’opera di Tempesta. Nel cavaliere a sinistra si potrebbe leggere un richiamo a modelli ricorrenti in molte battaglie di Aniello Falcone (su cui pure la grafica di Tempesta esercitò un ruolo non trascurabile); tuttavia, de Matteis ne riformula le immagini con il suo caratteristico linguaggio settecentesco basato sull’impiego di soluzioni formali tendenti a conciliare le coeve declinazioni del classicismo romano con una sensibilità pittorica tardo barocca, per la scioltezza della pennellata e il cromatismo ereditato da Luca Giordano Propri di de Matteis sono perfino l’abito del cavaliere, il modo in cui è rifinito e l’accostamento dei suoi colori: il verde per descrivere la calzamaglia fermata sopra i caratteristici sandali, l’azzurro per la casacca e il rosso carminio per il mantello. I rapporti professionali tra Brandi e de Matteis sono documentati non solo dal presente dipinto, ma da altri quadri nati dalla loro collaborazione che furono ricordati negli antichi cataloghi delle più prestigiose raccolte partenopee. Oltre a testimoniare il successo riscosso dai pittori presso la committenza del tempo nella trattazione di questo genere artistico, tali inventari ne attestano la fortuna settecentesca a Napoli ed evidenziano che spesso entrambi parteciparono all’elaborazione di soggetti veterotestamentari e di grandi pastorali, tra cui spicca una monumentale ‘Scena campestre’ in collezione privata a Napoli proveniente dalla raccolta del conte Aloys Thomas Raimund von Harrach, viceré sotto la dominazione austriaca dal 9 dicembre 1728 al 12 giugno 1733. La cooperazione di specialisti attivi in differenti generi pittorici coinvolse svariati artisti attivi a Napoli tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento. Sebbene avesse radici antiche, tale attitudine sviluppò una consuetudine prettamente romana introdotta da Luca Giordano con la serie di dipinti commissionatagli dal Marchese del Carpio per la festa del Corpus Domini del 1687. Pur dipingendo molti quadri, in quell’occasione Giordano si riservò soprattutto il ruolo di coordinatore degli interventi di Abraham Bruguel, Giovan Battista Ruoppolo, Giuseppe Recco Francesco della Quosta per le nature morte e le parti di genere, mentre Paolo de Matteis e Nicola Vaccaro furono reclutati come pittori di figure. L’eredità di Giordano si rivelò fondamentale specialmente per coloro che ebbero la possibilità di aderire a qu

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Auction:
Datum:
29 Nov 2015
Auction house:
Casa d'Aste Blindarte
Via Caio Duilio 4d/10
80125 Napoli
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+39 081 2395261
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