Pittore manierista, prima metà sec. XVI VENERE PIANGE LA MORTE DI ADONE olio su tela, cm 113x193  La composizione del dipinto qui presentato deriva da unâinvenzione di Giulio Romano documentata da un disegno autografo (Manchester, City Art Gallery) che ne costituisce una prima idea, da un foglio già nella collezione Ellesmere, dove la scena è trasferita in un bosco, e da due disegni, copie da Giulio e meglio corrispondenti alla nostra scena, entrambi al Louvre (nn. 3490 e 3660). Confronti formali e tematici hanno da tempo suggerito di associare la storia di Adone a una serie di composizioni che sviluppano il tema della caccia sfortunata e dellâamore tra mortali e divinità : le storie appunto di Meleagro, Ila e Procri documentate da disegni e incisioni (cfr. S. Massari Giulio Romano pinxit et delineavit. Opere grafiche autografe, di collaborazione e bottega , Roma 1993, pp. XXIX-XXXII, tavv. 20-21). Sebbene fonti e documenti non ne ricordino versioni dipinte, ne è stata ipotizzata la relazione con la distrutta decorazione della palazzina di caccia dei duchi Gonzaga a Marmirolo, e una possibile datazione verso il 1531 (F. Hartt, Giulio Romano , 1958, I, p. 225). Â
Pittore manierista, prima metà sec. XVI VENERE PIANGE LA MORTE DI ADONE olio su tela, cm 113x193  La composizione del dipinto qui presentato deriva da unâinvenzione di Giulio Romano documentata da un disegno autografo (Manchester, City Art Gallery) che ne costituisce una prima idea, da un foglio già nella collezione Ellesmere, dove la scena è trasferita in un bosco, e da due disegni, copie da Giulio e meglio corrispondenti alla nostra scena, entrambi al Louvre (nn. 3490 e 3660). Confronti formali e tematici hanno da tempo suggerito di associare la storia di Adone a una serie di composizioni che sviluppano il tema della caccia sfortunata e dellâamore tra mortali e divinità : le storie appunto di Meleagro, Ila e Procri documentate da disegni e incisioni (cfr. S. Massari Giulio Romano pinxit et delineavit. Opere grafiche autografe, di collaborazione e bottega , Roma 1993, pp. XXIX-XXXII, tavv. 20-21). Sebbene fonti e documenti non ne ricordino versioni dipinte, ne è stata ipotizzata la relazione con la distrutta decorazione della palazzina di caccia dei duchi Gonzaga a Marmirolo, e una possibile datazione verso il 1531 (F. Hartt, Giulio Romano , 1958, I, p. 225). Â
Try LotSearch and its premium features for 7 days - without any costs!
Be notified automatically about new items in upcoming auctions.
Create an alert