Verdi, Giuseppe (1813-1901) - Il Cigno di Busseto. Magnifica, rara lettera autografa firmata giovanile (datata infatti ancora da Busseto il g.o 29 Gen. del 1839 ). La lettera è di grande interesse, in quanto ci immette nelle incertezze e nell'ansia proprie dell'esordiente: al corrispodente ( Il Sig. Pietro Mapini Maestro di Musica... Milano ) il ventiseienne Verdi scrive infatti proprio mentre è impegnato a completare l' Oberto Conte di San Bonifacio , la sua opera di battesimo: Per una combinazione che saprai presto io verrò la settimana ventura a Milano verso li 6. del venturo mese. Io ti scrissi tempo fa una lettera lunga lunga ma non ebbi la fortuna di ricevere riscontro. In questa ti dicevo cose relative all'affare noto, e singolarmente poi di andare dal Piazza ad incitarlo di fare a più presto quelli cambiamenti nel libro per mandarmeli subito per terminare questa benedetta opera [l' Oberto , appunto] Caso mai che questi cambiamenti non fossero ancora fatti, procura che siano preparati prima che io venga a Milano. Io ti ho scritto questa lettera per questo solo motivo, e ti raccomando di appagare il mio desiderio. Noi ci rivedremo presto, che ho da parlarti di molte cose. Addio L'Amico tuo G. Verdi : dove si nota, oltre al singolare colorito linguistico ancora non completamente italianizzato (ma afferente a una qualche koinè padana da tempo residuale), anche una grinta e una decisione, pur nell'angoscia propria dell'occasione, che fanno presagire già il Verdi in grande, in grandissimo. La lettera, di una p. piena in-8 gr., con indirizzo a. in quarta p., è incorniciata. Presenta numerose macchie, specie alle piegature, e una serie di fori: due notevoli, in quarta p. in corrispondenza dei sigilli (non ledono tuttavia il etsto dell'indirizzo), e alcuni più piccoli alla pagina della lettera, il cui testo non è però minato se non da fori di entità davvero microscopica, restando in ogni caso perfettamente leggibile. Malgrado questi difetti, la lettera si presenta con un aspetto chiaro e aperto; e va rammentata ancora la sua rarità e importanza.
Verdi, Giuseppe (1813-1901) - Il Cigno di Busseto. Magnifica, rara lettera autografa firmata giovanile (datata infatti ancora da Busseto il g.o 29 Gen. del 1839 ). La lettera è di grande interesse, in quanto ci immette nelle incertezze e nell'ansia proprie dell'esordiente: al corrispodente ( Il Sig. Pietro Mapini Maestro di Musica... Milano ) il ventiseienne Verdi scrive infatti proprio mentre è impegnato a completare l' Oberto Conte di San Bonifacio , la sua opera di battesimo: Per una combinazione che saprai presto io verrò la settimana ventura a Milano verso li 6. del venturo mese. Io ti scrissi tempo fa una lettera lunga lunga ma non ebbi la fortuna di ricevere riscontro. In questa ti dicevo cose relative all'affare noto, e singolarmente poi di andare dal Piazza ad incitarlo di fare a più presto quelli cambiamenti nel libro per mandarmeli subito per terminare questa benedetta opera [l' Oberto , appunto] Caso mai che questi cambiamenti non fossero ancora fatti, procura che siano preparati prima che io venga a Milano. Io ti ho scritto questa lettera per questo solo motivo, e ti raccomando di appagare il mio desiderio. Noi ci rivedremo presto, che ho da parlarti di molte cose. Addio L'Amico tuo G. Verdi : dove si nota, oltre al singolare colorito linguistico ancora non completamente italianizzato (ma afferente a una qualche koinè padana da tempo residuale), anche una grinta e una decisione, pur nell'angoscia propria dell'occasione, che fanno presagire già il Verdi in grande, in grandissimo. La lettera, di una p. piena in-8 gr., con indirizzo a. in quarta p., è incorniciata. Presenta numerose macchie, specie alle piegature, e una serie di fori: due notevoli, in quarta p. in corrispondenza dei sigilli (non ledono tuttavia il etsto dell'indirizzo), e alcuni più piccoli alla pagina della lettera, il cui testo non è però minato se non da fori di entità davvero microscopica, restando in ogni caso perfettamente leggibile. Malgrado questi difetti, la lettera si presenta con un aspetto chiaro e aperto; e va rammentata ancora la sua rarità e importanza.
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