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Auction archive: Lot number 18

PIATTO CAFAGGIOLO, 1545 CIRCA Maiolica

Estimate
€100,000 - €150,000
ca. US$112,350 - US$168,526
Price realised:
n. a.
Auction archive: Lot number 18

PIATTO CAFAGGIOLO, 1545 CIRCA Maiolica

Estimate
€100,000 - €150,000
ca. US$112,350 - US$168,526
Price realised:
n. a.
Beschreibung:

PIATTO CAFAGGIOLO, 1545 CIRCA Maiolica dipinta in policromia con giallo, arancio, blu, verde, bianco, bruno di manganese. Alt. cm 4; diam. cm 40,5; diam. piede cm 23,5. Sul retro del piatto sotto il piede, la scritta “Lacjena di Simone/in gafagiolo” e il monogramma “SP” seguito dalle iniziali “A.f.”. Il piatto mostra la forma tipica dei bacili di grande diametro con ampio cavetto piano, tesa obliqua, piede ad anello appena accennato. La materia è spessa, il corpo ceramico di colore beige rosato traspare dallo smalto bianco panna poco aderente e, specialmente sul retro, magro e friabile. Sul retro un fitto motivo a petali delineati e decorati in blu di cobalto è riempito da linee tratteggiate color arancio e interessa l’intera superficie della tesa. Il cavetto è decorato “a calza” con filetti paralleli blu. Alcune linee gialle concentriche delimitano l’orlo e il piede, mentre lungo la tesa si scorge, in blu di cobalto, un decoro “alla porcellana” disposto intorno a un motivo a nastro intrecciato, “groppo”, a segnare i punti cardinali. Al centro del piede, poco leggibile, è tracciata la legenda: “Lacjena di Simone/in gafagiolo” associata al monogramma SP e alle iniziali Af. La scena raffigurata sul fronte è tratta puntualmente da una nota incisione di Marcantonio Raimondi da Giulio Romano (1) (fig. 1) e mostra Gesù seduto mentre la Maddalena, dopo avergli cosparso i piedi di unguenti, glieli asciuga con i capelli. Sulla sinistra si scorge la tavola imbandita riccamente, i commensali che osservano la scena, mentre un giovinetto, con un vassoio ricolmo di vivande, si dirige là dove gli è indicato dal padrone di casa, raffigurato con il capo adornato da un turbante. I personaggi sono variamente atteggiati e intenti nel banchetto. Un cagnolino e alcune brocche riempiono la scena alle spalle della donna inginocchiata. Tutta la rappresentazione è incorniciata da due spessi tendaggi ed è chiusa da una parete scura: vi si aprono due finestrelle da cui s’intravede un paesaggio montuoso. L’incisione doveva aver avuto una buona diffusione tra le botteghe dei vasai nel corso del Cinquecento: la troviamo raffigurata in una bella coppa faentina, opera autografa di Baldassarre Manara, presumibilmente attorno al 1534 – già nella collezione Zschille di Lipsia e pubblicata nel corpus di Ballardini (2) – e anche nel piatto datato 1528, lustrato dalla bottega di Mastro Giorgio, oggi al Metropolitan Museum of Art di New York (3). Il monogramma Af è stato collegato da Alinari(4) al nome di Alessandro, figlio di Stefano Fattorini, anche se lo studio della personalità che utilizza tale sigla negli istoriati tardi è stata a lungo indagata per la presenza documentata dei Fattorini a Montelupo in quell’epoca (5). Al momento si ritiene che i “fornaciari” Pietro e Stefano di Filippo Schiavon, chiamati a lavorare a Cafaggiolo da Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici fra il 1498 e il 1499, abbiano dato origine alla manifattura con il loro trasferimento da Montelupo (6). I due sono annoverati nel 1490 tra i 23 orciolai che si impegnano a destinare la produzione dei tre anni a venire ad Antonio degli Antinori di Firenze, che ne monopolizzava la produzione. I loro discendenti, assumendo il cognome di Fattorini (7), ne continuarono la produzione contrassegnando le opere con il monogramma SP (8). Sono molto pochi i piatti noti che recano la sigla Af unitamente al monogramma SP: il piatto con Pan e Apollo del Victoria and Albert Museum e quello con Muzio Scevola dell’Ashmoleum Museum di Oxford (9), cui si aggiungono un piatto della collezione Dutuit conScena di battaglia, uno con Diana e Atteone presente nel catalogo della collezione Ridout, non illustrato, e infine il piatto del Bargello con raffigurazione di Perseo e Fineo (10). In quest’ultimo due finestre ci fanno intuire un paesaggio in pianura al posto dei monti cuspidati presenti nel nostro oggetto: si ravvisa la stessa impostazione decorativa pur nella diversità dello stile pittorico. Concordiamo c

Auction archive: Lot number 18
Auction:
Datum:
1 Oct 2015
Auction house:
Pandolfini Casa d'Aste
Borgo degli Albizi 26
Palazzo Ramirez-Montalvo
50122 Firenze
Italy
info@pandolfini.it
+39 055 2340888
+39 055 244343
Beschreibung:

PIATTO CAFAGGIOLO, 1545 CIRCA Maiolica dipinta in policromia con giallo, arancio, blu, verde, bianco, bruno di manganese. Alt. cm 4; diam. cm 40,5; diam. piede cm 23,5. Sul retro del piatto sotto il piede, la scritta “Lacjena di Simone/in gafagiolo” e il monogramma “SP” seguito dalle iniziali “A.f.”. Il piatto mostra la forma tipica dei bacili di grande diametro con ampio cavetto piano, tesa obliqua, piede ad anello appena accennato. La materia è spessa, il corpo ceramico di colore beige rosato traspare dallo smalto bianco panna poco aderente e, specialmente sul retro, magro e friabile. Sul retro un fitto motivo a petali delineati e decorati in blu di cobalto è riempito da linee tratteggiate color arancio e interessa l’intera superficie della tesa. Il cavetto è decorato “a calza” con filetti paralleli blu. Alcune linee gialle concentriche delimitano l’orlo e il piede, mentre lungo la tesa si scorge, in blu di cobalto, un decoro “alla porcellana” disposto intorno a un motivo a nastro intrecciato, “groppo”, a segnare i punti cardinali. Al centro del piede, poco leggibile, è tracciata la legenda: “Lacjena di Simone/in gafagiolo” associata al monogramma SP e alle iniziali Af. La scena raffigurata sul fronte è tratta puntualmente da una nota incisione di Marcantonio Raimondi da Giulio Romano (1) (fig. 1) e mostra Gesù seduto mentre la Maddalena, dopo avergli cosparso i piedi di unguenti, glieli asciuga con i capelli. Sulla sinistra si scorge la tavola imbandita riccamente, i commensali che osservano la scena, mentre un giovinetto, con un vassoio ricolmo di vivande, si dirige là dove gli è indicato dal padrone di casa, raffigurato con il capo adornato da un turbante. I personaggi sono variamente atteggiati e intenti nel banchetto. Un cagnolino e alcune brocche riempiono la scena alle spalle della donna inginocchiata. Tutta la rappresentazione è incorniciata da due spessi tendaggi ed è chiusa da una parete scura: vi si aprono due finestrelle da cui s’intravede un paesaggio montuoso. L’incisione doveva aver avuto una buona diffusione tra le botteghe dei vasai nel corso del Cinquecento: la troviamo raffigurata in una bella coppa faentina, opera autografa di Baldassarre Manara, presumibilmente attorno al 1534 – già nella collezione Zschille di Lipsia e pubblicata nel corpus di Ballardini (2) – e anche nel piatto datato 1528, lustrato dalla bottega di Mastro Giorgio, oggi al Metropolitan Museum of Art di New York (3). Il monogramma Af è stato collegato da Alinari(4) al nome di Alessandro, figlio di Stefano Fattorini, anche se lo studio della personalità che utilizza tale sigla negli istoriati tardi è stata a lungo indagata per la presenza documentata dei Fattorini a Montelupo in quell’epoca (5). Al momento si ritiene che i “fornaciari” Pietro e Stefano di Filippo Schiavon, chiamati a lavorare a Cafaggiolo da Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici fra il 1498 e il 1499, abbiano dato origine alla manifattura con il loro trasferimento da Montelupo (6). I due sono annoverati nel 1490 tra i 23 orciolai che si impegnano a destinare la produzione dei tre anni a venire ad Antonio degli Antinori di Firenze, che ne monopolizzava la produzione. I loro discendenti, assumendo il cognome di Fattorini (7), ne continuarono la produzione contrassegnando le opere con il monogramma SP (8). Sono molto pochi i piatti noti che recano la sigla Af unitamente al monogramma SP: il piatto con Pan e Apollo del Victoria and Albert Museum e quello con Muzio Scevola dell’Ashmoleum Museum di Oxford (9), cui si aggiungono un piatto della collezione Dutuit conScena di battaglia, uno con Diana e Atteone presente nel catalogo della collezione Ridout, non illustrato, e infine il piatto del Bargello con raffigurazione di Perseo e Fineo (10). In quest’ultimo due finestre ci fanno intuire un paesaggio in pianura al posto dei monti cuspidati presenti nel nostro oggetto: si ravvisa la stessa impostazione decorativa pur nella diversità dello stile pittorico. Concordiamo c

Auction archive: Lot number 18
Auction:
Datum:
1 Oct 2015
Auction house:
Pandolfini Casa d'Aste
Borgo degli Albizi 26
Palazzo Ramirez-Montalvo
50122 Firenze
Italy
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+39 055 2340888
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